Superare la fine di una relazione a 50 anni: come fare

In questo articolo scoprirai:

  • Perché i 50 anni di oggi sono profondamente diversi da quelli di ieri – Come i cambiamenti sociali hanno trasformato questa fase della vita
  • Le dinamiche emotive uniche di una rottura in età matura – Sfide e opportunità che non avresti a 30 anni
  • Strategie pratiche per accettare la separazione – Come elaborare il momento
  • 5 passi concreti per ricostruire la tua vita – Dall’accettazione alla rinascita personale
  • La gestione del tempo in una nuova prospettiva – Come trasformare il “tempo che resta” in opportunità
  • Risorse e supporto per questo delicato passaggio – Dove trovare aiuto quando ne hai bisogno

Per parlare di come superare la fine di una relazione quando non si è più giovanissimi, dobbiamo fare una premessa importante. Negli ultimi decenni la società italiana è profondamente cambiata, allineandosi a ciò che appare una tendenza consolidata della cultura occidentale: l’abbandono di modelli rigidi in favore di una maggiore fluidità nelle relazioni.

Oggi assistiamo a dinamiche relazionali che solo trent’anni fa sarebbero state impensabili: relazioni che nascono sui social media, rapporti di lunga data che terminano con un messaggio, coppie formate da persone che si ritrovano dopo decenni di separazione.

Dati alla mano, la società ha subito trasformazioni radicali che hanno ridefinito completamente il concetto di “metà della vita”:

  • L’età media del primo matrimonio è arrivata a 34,1 anni per gli uomini e 32 anni per le donne (rispetto ai 29,4 anni per le donne nel 2008, secondo l’ISTAT)
  • La qualità della vita è notevolmente migliorata: l’aspettativa di vita in Italia supera gli 83 anni
  • La fascia d’età con il maggior numero di separazioni è ora quella tra i 45 e i 55 anni

Questo significa che, contrariamente a quanto accadeva in passato, a 50 anni non sei affatto al “capolinea” della tua vita affettiva. In effetti, moltissime persone si trovano nella tua stessa situazione, in cerca di un nuovo inizio con una consapevolezza e una maturità che non possedevano prima.

“Se negli anni ’70-’80, dopo l’introduzione della legge sul divorzio, era normale considerarsi ‘sistemati’ una volta superati i 50 (con figli grandi e una carriera avviata verso la fase finale), oggi non è più così.”

Se hai bisogno di sostegno in un momento difficile, puoi contattarmi per discutere del tuo caso. Ricevo anche Online.

A 40 anni, la famiglia si è appena formata e nel caso del lavoro – se va bene – si è ancora nella prima fase di tutta la carriera.

Un uomo esce da una clessidra, simboleggiando le difficoltà di superare la fine di una relazione a 50 anni
A volte, il tempo sembra schiacciarci. Soprattutto quando stiamo affrontando la fine di una relazione. Eppure, possiamo rialzarci e usarlo come trampolino di lancio per il futuro.

Questo spostamento in avanti dipende da altri fattori non da poco:

  • la qualità della vita è migliorata di parecchio: si vive più a lungo e meglio.
  • fare figli tardi non ha più lo stigma sociale di prima.
  • la società è più liquida, e si è aperti a nuove esperienze.

Questa breve premessa sociologica serve per dire che ricominciare a 50 anni è diventato molto più comune di quanto si pensi.

Questo cambiamento è rilevante rispetto agli ultimi 20 anni: ancora negli anni ’90 del secolo scorso avere 60 anni significava essere “anziani“.

Ma siccome la fascia di “anziani” stava diventando predominante, si è preferito parlare di Terza Età. Sia per una questione di correttezza formale, sia perché stava diventando impossibile chiamare “anziane” persone che erano effettivamente attive. In ogni direzione.

Insomma, a 50 anni è abbastanza normale che si verifichi una rottura perché si avverte la prospettiva di una vita ancora da vivere.

Se negli ’70-’80 era normale considerarsi “sistemati”, una volta passati i 50 (ovvero con figli grandi e un lavoro avviato verso l’ultima fase della carriera), oggi non è più così.

Per cui, se appartieni a questa fascia d’età non preoccuparti. La vita non è finita qui.

E vale per entrambi i sessi: le ricerche infatti dicono che la differenza d’età tra i coniugi, al primo matrimonio, si assottiglia sempre più.

Nel 2020 per gli uomini è di 34.1 mentre per le donne è di 32 spaccati. Nel 2008 la differenza era superiore di 6 mesi e l’età media femminile del primo matrimonio si attestava a 29,4 (sempre dati Istat).

Ovviamente uomini e donne vanno incontri a dubbi, problemi, difficoltà ad accettare la nuova situazione, paura di non sentirsi all’altezza (l’orologio biologico tende a giocare brutti scherzi!).

I 50 anni di oggi, non sono più quelli di ieri: la vita ricomincia, e possiamo goderne a pieno con una maturità e una consapevolezza che non avevamo prima!

Non si è più soli come prima

Una persona di 50 anni oggi è cresciuta in una società diversa, come detto in precedenza. Ed essendo stata educata secondo i canoni di una società ancora più legata a valori del passato, potrebbe pensare di essere nella stessa condizione in cui sarebbero stati i propri genitori.

I cambiamenti della società producono situazioni familiari differenti e occasioni e opportunità che prima non esistevano.

È possibile ricominciare la vita a 50 anni proprio perché ci sono tante persone nella stessa condizione, nella stessa fascia d’età.

È anche normale e comprensibile sentirsi amareggiati, sconfitti, e avvertire una sensazione di rabbia mista a rancore per il tempo che è ormai passato.

Ma la verità è che se si mantiene un certo equilibrio psicofisico, cioè non ci si abbandona a sé stessi infliggendosi dei danni, è possibile riprendere a vivere. E ricominciare una nuova vita.

Accettare la separazione da adulti

Affrontare la fine di una relazione a 50 anni comporta sfide emotive uniche rispetto a quelle che potresti incontrare in giovane età. Nella mia pratica clinica ho osservato come il dolore in questa fase della vita sia caratterizzato da elementi specifici:

uomo bipartito che simboleggia la difficoltà ad andare avanti dopo la fine di una relazione in età adulta
A volte, ci si sente come se una parte di noi avesse continuato sulla vecchia strada, mentre l’altra si trova a percorrere la strada di una realtà difficile da accettare.

Il peso del tempo investito

A differenza di una rottura in giovane età, dopo i 50 anni c’è spesso la sensazione di aver “investito” una parte significativa della propria vita nella relazione. Questo può amplificare sentimenti di:

  • Rammarico e rimpianto per gli anni condivisi
  • Sensazione di “tempo sprecato” difficile da recuperare
  • Paura che sia “troppo tardi” per ricominciare

Ad esempio, potrei citarti Maria, che mi ha confidato: “Non sono i 22 anni insieme che mi fanno male, ma il pensiero di tutti quei momenti in cui ho messo la nostra relazione davanti a ciò che volevo davvero.”

L’identità costruita insieme

Dopo decenni di vita condivisa, parti significative della tua identità potrebbero essersi intrecciate con quella del partner. Quando la relazione finisce, potresti chiederti:

Chi sono io al di fuori di questa relazione? Quali parti di me sono rimaste intatte? Quali aspetti della mia personalità ho soppresso o trascurato?

Questo processo di riscoperta è tanto doloroso quanto potenzialmente liberatorio.

Accettare la separazione da adulti: il processo emotivo

Il primo e più importante passo è accettare pienamente la nuova realtà. Questo significa attraversare un processo emotivo che, sebbene doloroso, è essenziale per la guarigione.

Riconoscere il ventaglio emotivo

È normale sentirsi travolti da un’ondata di emozioni contrastanti:

  • Shock e incredulità – Anche quando la separazione era prevedibile
  • Rabbia e risentimento – Spesso amplificati dal pensiero degli anni condivisi
  • Paura del futuro – Particolarmente intensa a questa età
  • Sollievo nascosto – Che può generare sensi di colpa
  • Vergogna sociale – Legata alla percezione di “fallimento”

Evitare il “processo”

Un rischio concreto in questa fase è quello di trasformare il dolore in un interminabile processo.

Contro te stesso, vittimizzandoti al punto da non vedere alcuna prospettiva positiva.

Contro l’ex partner, attribuendogli tutte le colpe e facendone il bersaglio di continui sfoghi emotivi

Questo atteggiamento, comprensibile nel breve periodo, diventa distruttivo se prolungato.

Ho capito che ogni minuto speso a provare rancore era un minuto sottratto alla mia nuova vita.”

Insomma: non guardare la tua vita come un conto alla rovescia. E non considerare una rottura come una linea di confine tra presente e passato, in cui si divide la felicità dalla sofferenza.

Ricorda: una relazione importante che finisce, porta dolore e sconforto a qualunque età.

Ricominciare una nuova vita dopo i 50 anni

Può sembrare strano, ma le persone spesso mi dicono che ricominciare a 50 anni è più facile.

Il motivo è pratico. Se i figli sono cresciuti e hanno una loro autonomia, cioè possono cavarsela da soli e non danno preoccupazioni, rimane più tempo per sé stessi. Anche se gestire la separazione può non essere facile (più complicata con figli piccoli).

Se non si hanno figli, spesso il problema è la solitudine. Ma se hai mantenuto dei sani rapporti familiari o amicali puoi godere di questi, sia per la compagnia, sia per riscoprire qualcosa del passato che non è solo doloroso.

È scontato che a un certo punto avrai come un momento di illuminazione: il passato conterà meno.

È stupefacente come il tempo lavori in ogni direzione.

A volte però, non si riesce a superare la fine di una rottura. Andiamo a vedere…

5 passi concreti per ricostruire la tua vita

5 modi di superare la fine di una relazione a 50 anni

1. Togliere l’età dall’equazione

Il primo passo fondamentale è smettere di vedere la tua età come un limite. I cinquant’anni di oggi non rispecchiano quelli di ieri, e l’aspettativa di vita – sia in termini di anni che di qualità – ti offre ancora un lungo percorso davanti.

Esercizio pratico: Scrivi una lista di persone che conosci o di figure pubbliche che hanno iniziato qualcosa di significativo (una relazione, una carriera, un hobby) dopo i cinquant’anni. Consulta questa lista ogni volta che il pensiero “è troppo tardi” si insinua nella tua mente.

2. Riscoprire passioni sopite

Spesso, nella vita di coppia, sacrifichiamo interessi e passioni personali in nome del compromesso. Questo è il momento perfetto per riscoprirli.

Esercizio pratico: Completa questa frase: “Prima di questa relazione, io amavo…” o “Ho sempre voluto provare a…” e trasforma queste risposte in azioni concrete.

Ricordo un paziente, chiamiamolo Roberto, che ha riscoperto la sua passione per la fotografia abbandonata venticinque anni prima. Non solo è diventata una fonte di gioia quotidiana, ma gli ha anche permesso di incontrare persone con interessi simili, ampliando il suo circolo sociale.

3. Ricostruire i legami sociali

Una delle conseguenze più comuni di una relazione lunga è l’assottigliamento della rete sociale. Ora è il momento di:

  • Riallacciare rapporti con vecchi amici
  • Coltivare relazioni familiari trascurate
  • Esplorare nuovi contesti sociali attraverso hobby e interessi

Lo so, può sembrare difficile. Soprattutto quando, dopo anni di relazione, si è costruita una membrana impermeabile agli altri. Eppure, basta partire da un singolo contatto per espandere le proprie conoscenze.

Esercizio pratico: Ogni settimana, fai un piccolo passo per ampliare la tua rete sociale: una telefonata a un vecchio amico, l’iscrizione a un corso, la partecipazione a un evento.

4. Accettare il proprio valore

A questa età, hai accumulato esperienze, competenze e saggezza che sono incredibilmente preziose. Riconoscere il proprio valore è essenziale per ricostruire una vita soddisfacente.

Esercizio pratico: Crea un “inventario personale” in cui elenchi:

  • 5 qualità caratteriali positive
  • 5 competenze o abilità che hai sviluppato
  • 5 esperienze di vita che ti hanno reso più saggio
  • 5 cose che le persone apprezzano di te

5. Riprogettare il futuro

Contrariamente a ciò che potresti pensare, a cinquant’anni hai ancora abbastanza tempo per realizzare progetti significativi, sia personali che relazionali.

Esercizio pratico: Crea una “timeline” dei prossimi dieci anni, inserendo obiettivi realistici ma stimolanti in diverse aree: benessere personale, relazioni, crescita personale, contributo sociale.

Il fattore tempo: una nuova prospettiva

Quando maturiamo, il fattore tempo assume una dimensione diversa. Calcoliamo il tempo che abbiamo alle spalle e arriviamo alla conclusione che ne resta meno davanti a noi. Questo può generare ansia e un senso di urgenza che paradossalmente ci impedisce di godere del presente.

La chiave è sviluppare una relazione più sana con il tempo.

Accettare il passato senza rimpianti

Il vero problema non è fare patti con il futuro, ma accettare il passato. Un divorzio o una separazione a cinquant’anni può intensificare il senso di rammarico per “il tempo sprecato“, ma questa prospettiva è limitante.

Gli anni trascorsi con il tuo ex partner non sono stati semplicemente “buttati via”. Ti hanno formato, ti hanno dato esperienze, forse figli, certamente lezioni di vita che ora fanno parte del tuo bagaglio.

Vivere nel presente

Una delle grandi opportunità della maturità è la capacità di apprezzare maggiormente il presente. La ricerca psicologica mostra che le persone più anziane tendono ad avere una maggiore consapevolezza del momento presente e a trarre più soddisfazione dalle piccole gioie quotidiane.

Esercizio pratico: Dedica dieci minuti ogni sera a pensare a cos’è andato bene durante la giornata e scrivilo. Il giorno dopo leggi ciò che hai scritto la sera prima (magari lascia la lista sul comodino) e vivi la giornata come al solito. La sera aggiungi altre cose che hai notato durante la giornata (anche se si ripetono).

Riscoprire la gioia dell’incertezza

Uno degli aspetti più interessanti di questa nuova fase è la riscoperta dell’incertezza come fonte di possibilità, non solo di ansia.

Non sapere esattamente cosa ti riserva il futuro può essere liberatorio dopo anni di routine. È un’opportunità preziosa per imparare a galleggiare liberamente, e con gioia, nel mare dell’incertezza!

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maurizio iengo psicologo

Maurizio Iengo

Psicologo, formatore e consulente. Membro dell'American Psychological Association. Da anni studio e pratico l'ipnosi, oltre ad essere formato nella tecnica EMDR - lo strumento più scientificamente validato per il lavoro sul trauma. Collaboro con Psicohelp, uno dei maggiori portali di terapia di coppia in Italia. Ho un master in Terapia e Clinica del Legame di Coppia e sono autore di vari libri, tra cui "Tornare a Vivere", "il Salvacoppie", "La Trappola della Felicità".

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