Nelle persone che vivono relazioni, soprattutto se di lunga durata, si può ritrovare la convinzione che sia molto difficile -se non impossibile- superare la fine di un rapporto di coppia. Si iniziano a provare una serie di emozioni che hanno diverse sfumature: dalla tristezza al senso di paura, rabbia e dolore.
Un aspetto da non sottovalutare è rappresentato dallo scoglio dell’abitudine, che subentra non di rado nelle coppie che sono state insieme per anni e che può avere i tratti della routine e sfociare talvolta nella cosiddetta comfort zone. Si pensa possano rappresentare entrambe ciò che ci faccia stare bene, ma in realtà va posta l’attenzione sul rischio di ritrovarsi a vivere un’esistenza costellata di rimpianti o non pienamente autentica.
Quando si arriva a percepire il rapporto come una gabbia soffocante, non ci si deve spaventare, né tantomeno rassegnare. Vediamo insieme come può superare la fine di una relazione lunga, in un percorso che può essere affrontato da soli o supportati da un professionista. È chiaro che un articolo su un blog non è di per sé una soluzione, ma voglio darti qualche spunto utile che possa stimolare il tuo ragionamento.

Alcuni spunti utili:
- ascoltare i propri vissuti e le proprie sensazioni potrebbe aiutare a prendere maggiore consapevolezza di ciò che stiamo vivendo;
- trovare il modo per comunicare all’altro cosa stiamo provando: i nostri dubbi, desideri e cosa non vogliamo più accettare;
- ritrovare il piacere di curare sé stessi. Come dicevano i nostri antenati (e come supportato dalla scienza), “mens sana in corpore sano“. A volte si corre il rischio di annullarsi per il partner, per compiacerlo, per mancanza di tempo o solo perché si è avvolti in un ciclo dove tutto diventa scontato e dove anche i piccoli gesti e rituali perdono di importanza. Ecco che tornare a prendersi cura del proprio corpo, svolgendo attività anche di tipo aerobico, magari all’aria aperta, permette all’organismo di sviluppare endorfine, che ci mettono di buon umore e allontanano lo stress;
- provare a perseguire un nuovo obiettivo: non necessariamente deve essere qualcosa che stravolga la nostra vita, ma anche un nuovo hobby, provare un nuovo sport, un corso di formazione, attività di volontariato, etc.
- al termine di una relazione lunga ci si potrebbe ritrovare anche a dover affrontare una riorganizzazione radicale della propria vita e delle proprie abitudini. Basti pensare ad esempio al cambio di abitazione, al cambiamento di frequentazioni, alla quotidianità – ecco che questi aspetti potrebbero spaventare e fungere da collanti per tenere in piedi relazioni ormai arrivate a destinazione. Sforzarsi di non aver timore dell’ignoto e del cambiamento potrebbe essere un passo importante, iniziare da piccoli obiettivi potrebbe dunque essere utile per arrivare a definire i diversi passaggi del processo di chiusura: potrebbe spaventare meno riuscire ad elaborare il da farsi partendo da piccole strategie per poi arrivare piano piano a cambiamenti più radicali.
- Cercare dei rinforzi positivi, se è un momento in cui non si riesce a trovarli dentro di sé perché ci si sente in balia delle emozioni. Si possono ricercare in tutto ciò che può tornare a produrre nuova energia positiva, quella di cui ci si sente privati: possono aiutarci anche in questo caso delle nuove esperienze, un viaggio (che sia da soli o in gruppo) o il riavvicinarci a persone care. Tutto ciò che insomma può agevolare il lenimento del dolore e della sofferenza che apparentemente appaiono insormontabili e che sembrano privarci dell’energia vitale.
Un esercizio psicologico per elaborare la fine di una relazione lunga
Proprio per gli anni che abbiamo dedicato al nostro partner, ci risulta quasi impossibile credere che sia finita. Si cerca di “capire perché”, “com’è potuto succedere”. Magari l’incredulità è data dal motivo per cui la relazione è finita, che molto spesso è il tradimento. E quello che facciamo, è rimuginare in continuazione sul fatto che è finita, chiedendoci “chissà cosa sta facendo?”, “chissà cosa sta pensando?”, “chissà se ora sta con quella!?”. Questi pensieri, per quanto comprensibili e molto diffusi, sono anche molto dolorosi. Un buon modo di gestirli, è quello di affrontarli e canalizzarli.
Pensaci un secondo: cosa succede se provi a non pensarci? Probabilmente, ci penserai ancora di più. Voglio quindi consigliarti un esercizio che puoi fare già da oggi e che può metterti sulla strada della guarigione.
- Ogni volta che arriva un pensiero doloroso, scrivilo e continua a scrivere per esattamente 15 minuti – puoi impostare un timer sul cellulare.
- Utilizza preferibilmente carta e penna e scrivi esattamente la narrazione dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti. Ciò che scrivi, quindi, non deve necessariamente avere senso, ma dev’essere un flusso di pensiero che ti aiuta a tirar fuori ciò che provi in quel momento.
- Dopo non rileggere quello che hai scritto e anzi, se preferisci, puoi distruggerlo.
- Quando descrivi le tue sensazioni, cerca di collegarle a dei pensieri e alle percezioni corporee (per esempio: “sento il cuore battere” o “sento i muscoli molto tesi”). Questo ti aiuterà ad aumentare la consapevolezza e la chiarezza delle emozioni e dei pensieri.
La scrittura, quando si affronta un lutto, ha un potere molto forte, che è quello di ridurre l’ansia e la rabbia collegata a ricordi dolorosi. Si basti pensare, che tecniche simili si utilizzano anche nel lavoro con persone con disturbo da stress post-traumatico.
La fine di una relazione è pur sempre una perdita che crea un vuoto, e spesso è difficile andare avanti. Se vuoi maggiori informazioni, puoi contattarmi o leggere il mio libro “Tornare a Vivere: Superare la Fine di una Relazione“.
Qui, invece, trovi un altro articolo più ampio sul superare la fine di una relazione.