Come superare una rottura: 7 passi da fare e 7 da evitare per affrontare la fine di una relazione

Come superare una rottura, se questa è andata avanti per tanti anni o addirittura è quella che pensavamo sarebbe stata “la persona giusta”?

La sensazione di avere un cuore spezzato può durare per tanto tempo e sorgono dubbi che coinvolgono un po’ tutto: la propria persona, il carattere dell’ex, il valore degli anni trascorsi insieme, l’incertezza di quelli a venire.

L’età in cui questa rottura avviene può fare la differenza. Quando si è giovani, abbiamo la sensazione di avere tanto tempo a disposizione e quindi più opportunità, anche sul piano sentimentale.

Spesso, chi vive una rottura si sente perso e confuso, come se avesse perso una parte di sé. Alcuni si sentono in colpa per la fine della relazione, credendo di non essere stati all’altezza del partner. Altri perché si sono pentiti di aver lasciato il partner e non fanno altro che ruminare sul passato. Talvolta, finendo per avere veri e propri pensieri ossessivi.

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Come superare una rottura
Come superare una rottura, quando la sensazione è letteralmente quella di avere il cuore spezzato in due?

Se la fine di un amore arriva a una certa età, quando i progetti che si avevano in mente sono già stati realizzati o non c’è più nulla da aggiungere, si può essere travolti dalla sensazione che non sia più possibile rimettersi in gioco.

Qui, invece, in qualità di psicologo che si occupa di “superamento delle rotture” devo subito dire che non è così. E il motivo è chiaro: non viviamo una sola vita.

Come superare una rottura e iniziare una nuova vita

Viviamo molteplici vite durante la nostra esistenza, ognuna distinta e legata a diversi contesti. Il nostro passato, intriso di memorie e nostalgia, a volte diventa quasi irriconoscibile.

Le persone, dopo aver camminato per centinaia di chilometri sulla strada di una relazione, spesso trovano difficile ricordare chi erano prima. Da dove sono partite. Le persone, i rapporti e i luoghi entrano ed escono dalla nostra vita, lasciando dietro di sé ricordi, talvolta dolci, altre volte amari.

Quando una relazione finisce, non facciamo altro che iniziare un nuovo capitolo. La resistenza a questo cambiamento è forte: non vogliamo affrontarlo. Ci fa paura, è scomodo. Dal giorno dopo la rottura, sentiamo che tutto sarà diverso. Questa incertezza, la sensazione di aver perso qualcosa di prezioso e la difficoltà a capire perché sia davvero finita, possono sembrare un incubo.

Tuttavia, questo è un momento di transizione verso una nuova fase della vita, un capitolo ancora da scrivere. Come superare una rottura? Accettando che ogni fine è anche un nuovo inizio e che ogni esperienza, buona o cattiva, è un tesoro di lezioni da portare nel futuro.

Allora come facilitare questa transizione? Come fare in modo di scrivere delle nuove, belle pagine?

Il passato non va cancellato. Come dimensione empirica della nostra vita è insegnamento, esperienza, ma anche un’emozione legata ai momenti vissuti insieme alla persona importante che ora non sta più con noi.

Cosa ci portiamo di questa vita nella nuova? Tanto, ma nella stessa misura in cui portiamo con noi il ricordo delle amicizie o delle avventure giovanili: ciascuna con il suo peso.

superare una rottura
Spesso, quando proviamo a superare una rottura, ci incastriamo in dei meccanismi disfunzionali. Che non fanno altro che allontanarci dal nostro obiettivo, e ci fanno soffrire ancora di più.

7 errori che peggiorano la situazione

Prima di tutto, rendiamoci conto di quali sono gli errori che tipicamente facciamo quando cerchiamo di superare una rottura. Sono quegli errori che potremmo definire “tentate soluzioni disfunzionali“, ovvero quelle strategie che mettiamo in pratica per riuscire a superare una rottura ma che ci danno solo un sollievo temporaneo. Sollievo che, giorno dopo giorno, diventa una trappola.

Le persone che seguo come psicologo che si occupa di relazioni, mi raccontano spesso di commettere questi errori:

  1. Provare a riconquistare l’ex, spesso tramite corsi o aziende che promettono risultati “magici”
  2. Guardare vecchie foto e messaggi per trovare conforto o cercare di capire quando le cose sono andate storte
  3. Ripercorrere mentalmente gli step della relazione
  4. Chiedersi in continuazione: “E se avessi fatto diversamente?”, “e se quel giorno avessi detto questa cosa invece di quell’altra..?”
  5. Fare ricerche su internet, in cerca di una chiave che risponda a tutte le sue sofferenze
  6. Rivolgersi a cartomanti, maghi ecc. in cerca di conforto
  7. Parlare tutto il giorno con amici e parenti, sfogandosi in continuazione.

Tutte queste, sono strategie fallimentari.

Ti spiego perché.

Tendenzialmente, potremmo dividere queste tentate soluzioni disfunzionali in categorie:

  • Il tentativo di controllo: provo a controllare ciò che in realtà non posso controllare. Come il tornare con l’ex, oppure cercare di cambiare il passato con quelle domande o quelle fantasie che vorrebbero cercare di costruire un presente alternativo. Come, ad esempio, il cercare di capire cos’è andato storto o chiedersi “e se avessi fatto diversamente?”. In tutti questi casi, il presente alternativo che stiamo costruendo esiste solo nella nostra fantasia. È un rifugio, che in un primo momento può aiutare, ma che a lungo andare rallenta il nostro processo di guarigione. Ci impedisce di guardare alla realtà per quella che è, e questo, a lungo andare, non risolve nulla. Anzi, ci blocca nel dolore.
  • La ricerca di rassicurazioni: le ricerche su internet, il lamentarsi in continuazione (così che le persone che ci stanno intorno ci dicano “non preoccuparti, passera!”), il rivolgersi a maghi e cartomanti e così via, sono una lama a doppio taglio. Perché sul momento, ci fanno star bene, alleviando l’ansia e facendoci sentire al sicuro. Ci fanno sentire supportati, aiutati, amati. Ma allo stesso tempo, ci trasmettono un messaggio pericoloso, che si infila sotto pelle: “Da solo non ce la fai: avrai sempre bisogno di queste rassicurazioni”.
Come superare una rottura senza amici
Superare una rottura senza amici, può sembrare come una strada in salita e solitaria. Tuttavia, è possibile trovare nuovi significati dentro di sé. Non solo: è un’opportunità per ricostruire una rete sociale dopo, magari, essersi annullati per una relazione.

Superare una rottura senza amici

La solitudine è spaventosa. Soprattutto quando ci troviamo ad affrontare il dolore. Ecco che quando affrontiamo una rottura e magari ci ritroviamo ad affrontarla senza amici, la sfida può sembrare ancora più insormontabile.

Certo: l’assenza di una rete sociale in grado di offrire conforto, ascolto e distrazione può far sembrare il dolore ancora più insuperabile. Tuttavia, è importante ricordare che, anche in questa situazione, abbiamo delle risorse interiori a cui possiamo attingere. La solitudine può essere trasformata in un’opportunità per conoscere meglio sé stessi, per rafforzare la propria resilienza emotiva.

Creare nuove abitudini, cercare momenti di riflessione personale, o rivolgersi a un professionista che possa offrire sostegno, sono tutte strade percorribili e utili per affrontare il percorso di guarigione.

In più, questo può essere un ottimo momento per ricostruire una rete sociale. Cosa che spesso va a rompersi nel momento in cui ci si annulla per la coppia.

Ricorda che la mancanza di amici non significa che dobbiamo affrontare tutto da soli: possiamo ancora costruire una nuova vita, giorno dopo giorno, trovando conforto nelle piccole vittorie quotidiane e, soprattutto, imparando a essere il nostro migliore alleato.

Superare una rottura può sembrare impossibile. Almeno all'inizio.

I 7 Passi per superare la rottura

1. Concediti di provare dolore

È naturale sentirsi devastati dopo una rottura. Una delle prime cose da fare è permetterti di star male. Non cercare di reprimere le tue emozioni. Piangi, scrivi i tuoi pensieri. Riconoscere e accettare il tuo dolore è il primo passo verso la guarigione.

Non sottovalutare poi il fattore tempo. È il miglior alleato perché – spiace dirlo – il tempo porta a vivere i ricordi meno intensamente. E non abbiamo grandi armi per selezionare quelli che vogliamo ricordare meglio, rispetto a quelli che vorremmo buttare nel cestino per sempre.

Ma il tempo è una risorsa, e come tale non va sprecata.

Il dolore va elaborato, non c’è dubbio. E devi dare tempo al dolore. Non devi soffocarlo. L’importante è che sia una fase di transizione. Obiettivamente non puoi pensare che durerà per anni e che un giorno cambierà tutto e tornerete insieme. Non funziona così.

Le relazioni possono durare per sempre, ma anche rompersi. E durante la vita, come detto sopra, si aprono diversi capitoli collegati a persone che poi spariscono senza che lo vogliamo.

2. Riscoprire sé stessi

Una volta terminata la relazione di coppia, per superarla occorre disfarsi dell’abito del partner. Se la vita di coppia era percepita come “validante” e “confermatoria” di alcune premesse fondamentali della propria vita, incluso lo status sociale, ora è necessario calarsi nella nuova realtà.

Può capitare di trovarsi scoraggiati, magari c’era una dipendenza affettiva sottostante, non calcolata, che può rendere più difficile accettare la situazione, ma prima di tutto vieni tu. Peggio ancora potresti essere stato o stata in una coppia dove è presente la “limerenza“, cioè quel fenomeno di ultra-attaccamento che esclude una visione alternativa a quella di amarsi follemente e stare insieme.

Una volta soli, si ha proprio voglia di starsene un po’ per i fatti propri. Questo, per tanti, significa isolarsi, mollare un po’ gli amici, non uscire spesso, prendersi meno cura di sé. È come se agissi in un modo che sembra dire che non possiedi più quel valore che avevi prima, quando stavi in coppia.

Ma in realtà conviene focalizzarsi sugli aspetti positivi che hai sempre portato nella relazione, i valori che possiedi e che l’hanno fatta andare avanti. Da questi devi ripartire per costruire una nuova vita, perché definiscono davvero chi sei.

Hai già letto l'articolo: "Superare la Fine di una Relazione"?

3. Continua a fare le cose che ti piace fare

La vita continua, si dice, ma la realtà post-rottura è complicata. La prima tentazione, quando si rompe una relazione, è quella di smettere di frequentare luoghi e persone che facevano parte di quello che chiamo Universo-Coppia.

Fare attività ludiche, sportive, andare per luoghi particolari, addirittura hobby e interessi sorti solo durante la relazione. All’interno di una coppia di lunga durata, i partner finiscono per influenzarsi e assumere stessi comportamenti e stessi interessi.

Terminata questa fase, ne inizia un’altra. Ma posto che ci sono cose che si potevano fare solo in coppia, cosa ti impedisce di continuare a svolgere un’attività o andare in un posto che ti piaceva? Puoi continuare a farlo. Se è entrato dentro di te, vuol dire che fa parte di te.

È chiaro: si è portati a pensare alla classica scena da film del “posto che ti ricorda lei”, “io e lui facevamo sempre questo insieme”.

Ma a meno che tu non sia molto giovane, questa fase malinconica non ha proprio senso. E anzi, di norma capita che rifare da solo o da sola le cose che ti piaceva fare in coppia, ha solo un effetto benefico. E che riscoprendo il piacere di farle, hai la prova che questo dipendeva da te e non dall’essere in coppia.

Quando ci sono anche dei figli con l’ex-partner, questo è ancora più importante.

Se vuoi superare una rottura, è importante non chiuderti ed evitare di rinunciare alle cose che ti piacciono.

4. Pensa al passato in modo realistico

Dopo aver terminato una relazione importante, che lascia ferite sanguinanti, viene quasi spontaneo guardare al passato in termini assolutistici: è tutto bianco o tutto nero. Per cui possono prevalere l’odio, il rancore, il livore oppure la mitizzazione di un’epoca che non tornerà più.

Smaltita la delusione iniziale, occorre guardare al passato con sincerità. Se la relazione è finita vuol dire che alla fine non stava più funzionando. Che quell’energia che l’aveva alimentata fino a poco tempo prima della rottura, forse era finita.

Ci sono relazioni che non funzionano e si trascinano per molto tempo, prima che avvenga l’inevitabile rottura, che spesso è uno sfilacciamento prolungato che alla fine porta a spezzare l’ultimo filo che connette le due parti.

Farsene una ragione significa anche guardare al passato con realismo. Ripensa alle liti, ai silenzi, ai fastidi che sicuramente avranno preceduto la rottura. Erano davvero tutte rose e fiori?

5. Si può sempre trovare di meglio…

La vita è fatta di incontri con persone che possiedono qualità e difetti. Noi stessi diventiamo oggetto di un giudizio altrui. Può capitare di essere abbastanza fortunati da essere simpatici e piacevoli a un buon numero di persone, ma la verità è che i rapporti che contano – quelli basati sulla semplice noncuranza dei difetti reciproci – sono veramente pochi.

Ma il numero delle persone speciali che possiamo incontrare non è limitato. Ci sono persone che possono dirti di essersi rifatte una vita in modo del tutto inatteso.

Nella mia esperienza ho avuto a che fare con coppie felici, che venivano da relazioni precedenti finite male, che sembravano insuperabili.

Magari le persone non cambiano, ma le circostanze sì, e sono sempre pronte a offrire opportunità e sorprese.

6. Un esercizio per gestire il dolore per una rottura

Quando si soffre, vorremmo solo star meglio il prima possibile. Purtroppo, non è possibile prendere una pillola magica che ci faccia superare la fine di una rottura. Tuttavia, ci sono cose che possono aiutarci.

Uno dei compiti che talvolta suggerisco ai miei assistiti, è di darsi un tempo e un luogo per soffrire. Immagina la sofferenza come un fuoco. Un compito che può aiutarti è quello di racchiudere in 3 “sessioni” da 15 minuti al giorno (scandite da un timer) il bruciare di questo fuoco. Per cui, puoi concederti queste tre sessioni da 15 minuti, per poter vivere a pieno il dolore che stai provando.

Ad esempio, potresti concederti tre spazi: dalle 9 alle 9.15 del mattino; dalle 15 alle 15.15 e dalle 20 alle 20.15 ogni giorno. In questo tempo, puoi riflettere sul dolore e concederti di soffrire. Un po’ come se volessi volontariamente bruciare il fuoco della sofferenza nel modo più veloce possibile. Concediti di star male, piangere, urlare. Va benissimo. L’importante, è che allo scadere dei 15′ (quando suonerà il timer che avrai impostato), ti sciacqui il viso e ritorni alle tue normali attività.

Se dovessi soffrire anche tra una “sessione di sofferenza” e l’altra, rimanda il pensiero alla sessione seguente, dove lo utilizzerai come legna per alimentare il fuoco.

E lasciarne nel più breve tempo possibile, solo cenere.

Un esercizio per superare una rottura, si basa sull'alimentare il fuoco del dolore.

Ti consiglio un bel libro per superare la rottura, che si chiama “Tornare a Vivere superare la fine di una relazione“. Potrei essere un po’ di parte, perché l’ho scritto io. Però ti assicuro che non è male! 🙂

Mi rendo conto che i consigli dati sopra possano sembrare troppo razionali, distanti dall’impatto emotivo di una rottura, ma non è così.

Per esperienza ti posso dire che dopo la fase di superamento e transizione, i miei pazienti arrivano alle stesse conclusioni e fanno proprio questi ragionamenti.

Ma siamo d’accordo sul fatto che la fase di superamento può essere complicata.

Per questo motivo, fin dagli inizi della mia professione di psicologo, mi occupo di aiutare quelle persone che desiderano superare la rottura elaborando il trauma, facendo pace con sé stessi e il proprio recente passato, e uno sguardo più fiducioso e sereno verso il futuro.

maurizio iengo psicologo

Maurizio Iengo

Psicologo, formatore e consulente. Membro dell'American Psychological Association. Da anni studio e pratico l'ipnosi, oltre ad essere formato nella tecnica EMDR - lo strumento più scientificamente validato per il lavoro sul trauma. Collaboro con Psicohelp, uno dei maggiori portali di terapia di coppia in Italia. Ho un master in Terapia e Clinica del Legame di Coppia e sono autore di vari libri, tra cui "Tornare a Vivere", "il Salvacoppie", "La Trappola della Felicità".

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