Indice
- Qual è la differenza tra pensieri intrusivi e pensieri ossessivi?
- Perché ho questi pensieri se tutti dicono che sono normali?
- Cosa sono i pensieri ossessivi? E quelli intrusivi?
- I pensieri intrusivi sono normali?
- Perché i pensieri intrusivi generano tanta sofferenza?
- Libro e Podcast sui pensieri ossessivi
- Perché i pensieri intrusivi sembrano così reali?
- La tendenza a controllare i pensieri: una trappola mentale
- La disfunzionalità dei pensieri ossessivi
- I pensieri ossessivi sono veri o falsi?
- Accettare l’incertezza
- FAQ sui Pensieri Intrusivi e Ossessivi
- I pensieri intrusivi sono normali?
- Perché i pensieri intrusivi generano tanta sofferenza?
- Se ho pensieri intrusivi significa che c’è qualcosa di sbagliato in me?
- Perché i pensieri intrusivi sembrano così reali?
- Cercare di sopprimere i pensieri intrusivi aiuta?
- I pensieri ossessivi sono veri o falsi?
- Cosa succede se non riesco a smettere di pensarci?
- È possibile convivere con i pensieri intrusivi senza soffrire?
- Come posso smettere di cercare di capire se i miei pensieri ossessivi sono veri o falsi?
- Se ho bisogno di aiuto, cosa posso fare?
- Scopri di più sulle ossessioni
Una delle domande più frequenti di chi soffre di pensieri ossessivi o intrusivi, data la sofferenza che questi generano, è: “Come faccio a sapere che quello che penso è vero o falso? Il fatto di pensare qualcosa, lo rende automaticamente vero?“. Proprio per la costante tendenza delle persone a chiederselo, ho deciso di realizzare quest’articolo che ti aiuterà ad avere maggiore chiarezza sui pensieri ossessivi, su quelli intrusivi e sul perché, forse, è meglio fare delle valutazioni che vadano oltre l’idea del “vero o falso“.
Puoi anche guardare un video che ho realizzato su questo argomento:
Espandi per la trascrizione del video: I pensieri ossessivi sono falsi?
Le persone con disturbo ossessivo a volte si chiedono se i pensieri che hanno siano reali e se, pensandoli, significhi che vogliano davvero farli. In altre parole, si chiedono se i pensieri intrusivi siano un riflesso dei loro desideri.
Questa domanda genera molta sofferenza, perché i pensieri possono sembrare in contrasto con ciò che si è. Questo può innescare un ciclo di domande senza fine, come: “Se lo penso, vuol dire che lo voglio fare davvero? E se è così, perché? E se gli altri non lo pensano, sono persone migliori di me? Sono pericoloso?”. Questo “treno di pensieri” può farci sentire ancora più in trappola.
Qual è la differenza tra pensieri intrusivi e pensieri ossessivi?
È utile fare una distinzione tra i due:
- Pensieri intrusivi: Sono come “fulmini a ciel sereno”, pensieri inaspettati e indesiderati che ci colpiscono all’improvviso, sorprendendoci di averli avuti. Ad esempio, potresti trovarti su una balaustra e chiederti “E se mi lanciassi giù?”, oppure guardare una persona e pensare “E se perdessi il controllo e la spingessi sotto un’auto?”. Questi pensieri non hanno nulla a che fare con i nostri desideri o intenzioni.
- Pensieri ossessivi: A differenza di quelli intrusivi, questi sono ricorrenti e persistenti. Non sono un singolo fulmine, ma una vera e propria tempesta che continua 24 ore su 24. L’ansia che generano è così forte da spingere a mettere in atto delle compulsioni, come rituali o azioni mentali, per “esorcizzare” il pensiero. Ad esempio, se si ha paura di aggredire qualcuno, si potrebbe pregare mentalmente per scongiurare questa possibilità. Questo può influire sulla vita di tutti i giorni, causando distrazione, scarsa produttività e portando ad allontanarsi dalle persone a cui si teme di fare del male.
Perché ho questi pensieri se tutti dicono che sono normali?
Uno studio sui pensieri intrusivi ha rilevato che il 93,6% delle persone ha avuto almeno un pensiero o un’immagine intrusiva negli ultimi tre mesi. Quindi, avere questi pensieri è assolutamente normale.
Ciò che ci fa soffrire non è il pensiero in sé, ma il modo in cui reagiamo, e questo solitamente è dovuto a due motivi:
- Credere che pensare una cosa significhi volerla fare. La maggior parte dei nostri pensieri sono “spazzatura”, pensieri che non hanno un significato profondo e che andrebbero semplicemente ignorati.
- Cercare di controllare i pensieri. La paura generata da questi pensieri ci spinge a volerli controllare. Il problema è che non possiamo controllare i nostri pensieri. Più cerchiamo di evitarli, più diventano insistenti, entrando nel paradosso del “non pensare a un elefante che balla”.
Un modo efficace per affrontare i pensieri intrusivi è imparare a ignorarli e a non dare loro importanza, trattandoli come “cani che abbaiano” a cui non dare retta. Se mostri paura, il “cane” diventa più aggressivo; ma se lo ignori, non avrà più potere su di te.
Intanto, se non l'hai già fatto, ti invito a leggere l'articolo: Pensieri ossessivi: cosa sono? Passano? Fidati: ti spiega un bel po' di cose :)
Cosa sono i pensieri ossessivi? E quelli intrusivi?
I pensieri intrusivi e le ossessioni, sebbene possano sembrare simili, si differenziano per intensità, frequenza e impatto sulla vita quotidiana. I pensieri intrusivi sono come dei lampi a ciel sereno, che inquinano la mente, spesso inaspettati e transitorie, che possono accadere a chiunque.
Le ossessioni, invece, sono pensieri persistenti e ricorrenti che generano un’ansia profonda e un bisogno impellente di neutralizzarli attraverso azioni o pensieri specifici. Ad esempio, il timore ossessivo di contaminazione può portare a lavarsi le mani ripetutamente o evitare di toccare determinati oggetti.
Questa differenza cruciale sta nel fatto che le ossessioni interferiscono in modo significativo con la vita quotidiana, mentre i pensieri intrusivi, pur essendo fastidiosi, non compromettono in modo così profondo il benessere della persona.
I pensieri intrusivi sono normali?
A volte, i nostri stessi pensieri ci possono sconvolgere. Possiamo chiederci se i pensieri intrusivi siano normali, soprattutto se sono bizzarri. La risposta breve è: sì, sono normali. Ti farà piacere sapere che secondo questo studio, la stragrande maggioranza delle persone intervistate, negli ultimi tre mesi aveva avuto almeno un pensiero intrusivo.
Questo accade anche se non si soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Non è il pensiero in sé a creare problemi, ma il modo in cui lo interpretiamo e il tentativo di controllarlo in modi rigidi e disfunzionali.

I pensieri intrusivi sono universali
Indagini su vasta scala, condotte in diverse parti del mondo, hanno mostrato che il 93,6% delle persona ha avuto almeno un pensiero intrusivo nei tre mesi precedenti. Si tratta di immagini, impulsi o idee indesiderate che emergono senza preavviso. I pensieri più comuni riguardano dubbi (“Ho chiuso la porta?“), mentre quelli più disturbanti, come quelli a contenuto sessuale o blasfemo (come quelli facente parte del DOC religioso), sono meno frequenti ma comunque diffusi. La ricerca ha dimostrato che non c’è una distinzione netta tra chi soffre di DOC e chi non ne soffre in termini di contenuti di questi pensieri: la differenza sta nella reazione emotiva e comportamentale che si ha nei loro confronti.
Se i pensieri restano in superficie e si riesce a “scartarli” e viverli per quello che sono – “spazzatura” mentale a cui non dare peso, generalmente non generano sofferenza. Al contrario, possono fare davvero molto male.
Perché i pensieri intrusivi generano tanta sofferenza?
I pensieri ossessivi possono manifestarsi come “chiodi fissi” (come ruminazione sul passato, senso di colpa ecc.), domande, immagini mentali, impulsi, sensazioni o sentimenti. Qualunque sia il modo in cui si manifestano, generano davvero tanta sofferenza. Questo perché sono indesiderati e spesso in contrasto con ciò che siamo o crediamo. Questo aspetto, definito “egodistonia”, significa che i pensieri non sono in sintonia con i nostri desideri, valori o convinzioni reali. È proprio questa discrepanza a rendere i pensieri intrusivi così disturbanti: ci fanno mettere in discussione chi siamo e cosa vogliamo, generando ansia, angoscia e la stanchezza di chi non riesce a far altro che pensare tutto il giorno.
Ma non è solo questo. Avere pensieri intrusivi, ci ricorda che non possiamo pensare ciò che vogliamo: in altre parole, sono la dimostrazione oggettiva che non abbiamo controllo neanche sui nostri pensieri. E questa, è un’idea spaventosa. Soprattutto per chi ha un nucleo ossessivo.
Libro e Podcast sui pensieri ossessivi

Sai che ho scritto un libro che si chiama “Dubbio Patologico: il disturbo ossessivo-compulsivo del pensiero“?
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Perché i pensieri intrusivi sembrano così reali?
I pensieri intrusivi possono apparire incredibilmente reali, tanto da farci dubitare delle nostre stesse convinzioni e identità. Che si tratti di pensieri legati a temi di pericolo, sessualità, o la paura di fare del male a qualcuno, questi pensieri indesiderati possono insinuarsi nella mente e provocare una sofferenza indescrivibile. Ed è proprio questa sofferenza, che porta a chiederci: “I pensieri intrusivi sono falsi? E se sì, perché sembrano così reali? Come possiamo imparare a scacciarli?“
Ecco alcuni esempi di pensieri intrusivi che ci potrebbero far chiedere: sono pensieri falsi o reali?
- “E se ho toccato qualcosa di contaminato e mi ammalerò?”
- “E se ho fatto male il mio lavoro e verrò licenziato?”
- “E se non ho chiuso bene la porta e qualcuno entrerà in casa?”
- “E se ho detto qualcosa di sbagliato e ho offeso quella persona?”
- “E se ho dimenticato di inviare quel messaggio importante?”
- “E se ho commesso un peccato senza accorgermene e sarò punito?”
- “E se non amo veramente il mio partner?”
- “E se ho fatto un errore che rovinerà tutto?”
- “E se sto mentendo a me stesso e non so chi sono davvero?”

La tendenza a controllare i pensieri: una trappola mentale
È facile cadere nella trappola di pensare di poter controllare completamente i nostri pensieri. Ma la realtà è che i pensieri vanno e vengono nella nostra mente senza un vero controllo da parte nostra. Pensa che in uno studio del 2014, Radomsky e colleghi, hanno rilevato che quasi il 94% delle persone ha avuto almeno un pensiero intrusivo negli ultimi tre mesi. Insomma: i pensieri intrusivi, ce li abbiamo tutti. Tuttavia, per alcune persone, questi pensieri possono diventare una fonte di estrema angoscia, trasformandosi in un ciclo ossessivo-compulsivo che domina la loro vita.
La gran parte dei nostri pensieri non sono sotto il nostro controllo. A volte, il nostro cervello genera pensieri che non riflettono affatto i nostri desideri o valori, ma sono semplicemente idee che arrivano spontaneamente. So che sembra strano, ma è proprio così.
Eppure, quando cerchiamo di controllare o sopprimere questi pensieri, spesso otteniamo l’effetto opposto: i pensieri diventano più forti e più persistenti. Questo fenomeno è il paradosso del pensare di non pensare, dove il tentativo di non pensare a qualcosa porta a pensarci ancora di più.
La saggezza antica ci insegna che “pensare di non pensare è già pensare”.
La disfunzionalità dei pensieri ossessivi
Uno degli aspetti più difficili da accettare riguardo ai pensieri ossessivi è la loro disfunzionalità. Spesso, le persone con pensieri ossessivi cercano di trovare una spiegazione razionale o una soluzione definitiva ai loro dubbi, ma questo può portare a un ciclo infinito di incertezze.
In qualche modo, abbiamo sviluppato l’idea di essere responsabili dei nostri pensieri. Eppure, ogni giorno sviluppiamo così tante idee, che per la maggior parte sono nient’altro che spazzatura, che però non riusciamo a riconoscere come tale. Ci costruiamo l’idea che, siccome le idee vengono da noi, necessariamente ci stanno raccontando qualcosa di importante, da indagare, che ci rappresenta veramente.
- “E se questo pensiero fosse ciò che penso davvero?“
- “E se stessi solo cercando di negare una verità scomoda?“
I pensieri ossessivi sono veri o falsi?
In realtà, i pensieri ossessivi non sono né veri né falsi, ma sono semplicemente disfunzionali. Cercare di stabilire se un pensiero sia vero o falso, può intrappolarci in un circolo vizioso ancora peggiore di dubbi e incertezze.
È importante capire che i pensieri ossessivi non definiscono chi siamo né riflettono la realtà. Sono il prodotto di meccanismi mentali che, in certe condizioni, diventano disfunzionali. Quando tentiamo di analizzare o controllare questi pensieri, li trasformiamo da semplici intrusi mentali a veri e propri tormenti, alimentando il ciclo dell’ossessione.
L’indagine, il tentativo di controllo, sono ciò che trasformano un pensiero intrusivo in un pensiero ossessivo (se vuoi approfondire la differenza tra pensiero intrusivo e ossessivo, ho scritto un articolo proprio su questo). Invece, è fondamentale imparare a riconoscere questi pensieri come disfunzionali e a non attribuire loro troppo significato. Se riusciamo a fare questo ed evitiamo di cercare di verificarne la veridicità, ecco che possiamo avviarci verso la liberazione da questi intrusi scomodi.
Infatti, indagare un pensiero ossessivo non fa altro che rafforzarlo. Ogni volta che tentiamo di rispondere a un dubbio, ne sorgono altri. Un po’ come aprire una porta, che dà su altre due porte, ognuna delle quali ci mostra altre due porte… in un circolo vizioso che alimenta l’ansia e non ci porta da nessuna parte, se non al panico, al dolore, al malessere.
Insomma: cercare di capire se un pensiero ossessivo è vero o falso, è una domanda sbagliata, e cercare di trovare risposte corrette a domande sbagliate, ci porterà solo sofferenza.

Accettare l’incertezza
Uno dei principali fattori che rende i pensieri ossessivi così potenti è l’incapacità di tollerare l’incertezza. Nella vita, poche cose possono essere conosciute con certezza assoluta. Tuttavia, per chi soffre di pensieri ossessivi, l’incertezza può diventare insopportabile, perché l’incertezza è esattamente l’opposto dell’essere in controllo. Questo ci genera ansia, e cercando di allontanarla, troviamo spesso delle cosiddette tentate soluzioni disfunzionali. Ovvero, delle soluzioni che sul momento funzionano, ci fanno stare un po’ meglio… ma solo sul breve termine. Al contrario, sul lungo termine ci danneggiano, incastrandoci ancora di più in un vortice discendente.
In altre parole, più cerchiamo di controllare o allontanare i pensieri ossessivi, più finiamo per agitarci nelle sabbie mobili, ottenendo l’unico risultato di affondare più velocemente.
Se hai bisogno d'aiuto, contattami per conoscerci in una call gratuita e senza impegno. Ti ascolterò e valuteremo se possiamo lavorare insieme.
FAQ sui Pensieri Intrusivi e Ossessivi
I pensieri intrusivi sono normali?
Sì, assolutamente. La ricerca ha dimostrato che quasi tutte le persone (circa il 94%) sperimentano pensieri intrusivi in momenti diversi della loro vita. Il problema non è la loro presenza, ma il modo in cui vengono interpretati e gestiti.
Perché i pensieri intrusivi generano tanta sofferenza?
Perché spesso sono in contrasto con i nostri valori e la nostra identità. Questa discrepanza crea ansia e disagio, portando chi li sperimenta a cercare di respingerli o controllarli, il che può peggiorare la situazione.
Se ho pensieri intrusivi significa che c’è qualcosa di sbagliato in me?
No, avere pensieri intrusivi non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in te. La mente produce continuamente pensieri, alcuni dei quali possono essere strani, assurdi o inquietanti. Ciò che conta è il modo in cui li interpreti e la tua reazione ad essi.
Perché i pensieri intrusivi sembrano così reali?
Perché il cervello non distingue automaticamente tra pensieri e realtà. Quando un pensiero intrusivo genera ansia, la mente lo prende sul serio, come se fosse una minaccia reale, alimentando un circolo vizioso di paura e ruminazione.
Cercare di sopprimere i pensieri intrusivi aiuta?
No, cercare di eliminare i pensieri intrusivi li rende solo più forti. È come dire “non pensare a un elefante rosa”: più ci provi, più l’elefante rosa sarà nella tua testa.
I pensieri ossessivi sono veri o falsi?
Non è una questione di vero o falso, ma di utilità e disfunzionalità. Cercare di stabilire se un pensiero ossessivo sia vero o meno ti porta solo a rimanere intrappolato in un ciclo infinito di dubbi.
Cosa succede se non riesco a smettere di pensarci?
Più cerchi di analizzare e controllare i pensieri, più diventano persistenti. La soluzione non è eliminarli, ma imparare a vederli per ciò che sono: eventi mentali privi di reale significato.
È possibile convivere con i pensieri intrusivi senza soffrire?
Sì, accettando la loro presenza e smettendo di attribuire loro un significato minaccioso. Più impari a lasciarli scorrere senza combatterli, meno avranno potere su di te.
Come posso smettere di cercare di capire se i miei pensieri ossessivi sono veri o falsi?
Accettando che la ricerca di una risposta assoluta è il problema stesso. Il desiderio di certezza alimenta il ciclo ossessivo. Lasciare andare la necessità di una risposta definitiva è il primo passo per liberarsene.
Se ho bisogno di aiuto, cosa posso fare?
Parlare con un professionista esperto in disturbo ossessivo-compulsivo può fare la differenza. Se ti senti intrappolato nei tuoi pensieri, considera la possibilità di chiedere supporto per imparare strategie più efficaci per gestirli.
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Salve Dottore,
in quasi 50 anni di vita, questa è la prima volta che mi accade di leggere una disamina convincente, chiara, puntuale nonché non suscettibile di fraintendimento su Pensieri intrusivi ed ossessivi. Purtroppo soffro di DOC da diverse decadi. Esattamente di disturbo fobico-ossessivo ed ossessivo-compulsivo. Periodicamente finisco in buca e da alcuni anni, malgrado la contrarietà riguardo il ricorso alla chimica-sintetica, ho dovuto riscontrare ed ammettere a me stesso che parrebbe risultare la più funzionale in termini di costi-benefici per tornare in asse e ripartire. L’ approccio psicoterapico, già sperimentato a più riprese con diversi asseriti professionisti, è risultato nella mia esperienza una falsa via, purtroppo. Puntualmente ogni specialista, o asserito tale, ha espresso una ricetta, rivelatasi poi del tutto fallimentare. Dallo studio pluriennale su me stesso, se ne devo eleggere una salvabile, propenderei per la cognitivo comportamentale. Nulla di più infausto, invece, degli approcci analitici, che a mio avviso, oltre a generare ulteriore aggravio di sofferenza, non portano decisamente da nessuna parte. Interessante nelle spiegazioni da Lei proposte, il riferimento alla necessità di gestire il Pensiero, alla disfunzionalità del pensiero ossessivo che è doveroso non indagare, evitare di caricarlo di significato che, di fatto non ha, ma lasciarlo fluire. Perdoni se mi sono dilungato, quando in realtà ciò che intendevo era soltanto complimentarmi per la chiarezza dimostrata. Cordialità
Caro Stefano,
grazie per aver dimostrato apprezzamento per ciò che scrivo. È vero: spesso la “terapia della parola” è fallimentare, perché (almeno secondo me) parte da due grandi errori. Uno è “devo capire cos’è successo per aggiustare le cose” – per una persona che soffre di DOC ha potenzialmente lo stesso effetto di una scintilla in una polveriera. L’altro è “devo razionalmente capire il meccanismo per cambiarlo”. Che sì, può sicuramente funzionare, ma cerca di razionalizzare qualcosa che ha già una forte componente razionale. Il DOC non è qualcosa di scollegato dalla realtà – anzi. È un modo di proteggerci, che riconosciamo essere assurdo, ma che dimostra la propria razionalità proprio nel riconoscere la propria irrazionalità. Come a dire: io razionalmente so che non succede nulla se mi lavo in un ordine diverso dal solito o non prego ogni mattina in quella determinata maniera. Eppure, se mi sbagliassi? Della serie: “non è vero, ma ci credo”.
Per cui, studiare come si è strutturato il disturbo nell’infanzia o dare indicazioni da “ABC” non sempre è funzionale. Nella mia esperienza, è utile invece smettere di fornire benzina a un meccanismo disfunzionale che abbiamo creato e alimentato nel tempo, tanto da diventare la normalità.
E sì, spesso i farmaci sono di grande aiuto, anche se da soli non sono solitamente risolutivi.
Posso consigliarle un audiolibro realizzato da me e mio fratello, che è un collega? Lo trova qui:
Link di Youtube
Link di Spotify
Intanto, le faccio un forte in bocca al lupo,
Maurizio.
Salve,ho appena comprato su amazon il suo Libro sul disturbo doc perche sto passando un delicato momento della mia vita e leggere questo suo articolo mi ha aiutato a capire alcune cose,spero che con il libro l aiuto sarà piu ampio…grazie
Grazie per il suo commento, Floriano. Spero che il libro possa esserle d’aiuto! In bocca al lupo!
Grazie per la sua tempestiva risposta,PREMETTO che gia sto in cura psicoterapeuta e psichiatrica e soffro di Doc da parecchi anni con tante ricadute,volevo solo una piccola precisazione da lei se era possibile,magari se mi puo mandare una sua mail glielo posso spiegare,gliene sarei molto grato grazie ancora
Gentile Floriano, può scrivermi dal modulo Contatti: https://www.maurizioiengo.it/contatti/
Le ho scritto grazie