I pensieri intrusivi e ossessivi sono falsi?

Una delle domande più frequenti di chi soffre di pensieri ossessivi o intrusivi, data la sofferenza che questi generano, è: “Come faccio a sapere che quello che penso è vero o falso? Il fatto di pensare qualcosa, lo rende automaticamente vero?“. Proprio per la costante tendenza delle persone a chiederselo, ho deciso di realizzare quest’articolo che ti aiuterà ad avere maggiore chiarezza sui pensieri ossessivi, su quelli intrusivi e sul perché, forse, è meglio fare delle valutazioni che vadano oltre l’idea del “vero o falso“.

Intanto, se non l'hai già fatto, ti invito a leggere l'articolo: Pensieri ossessivi: cosa sono? Passano? Fidati: ti spiega un bel po' di cose :)

Cosa sono i pensieri ossessivi? E quelli intrusivi?

I pensieri intrusivi e le ossessioni, sebbene possano sembrare simili, si differenziano per intensità, frequenza e impatto sulla vita quotidiana. I pensieri intrusivi sono come dei lampi a ciel sereno, che inquinano la mente, spesso inaspettati e transitorie, che possono accadere a chiunque. Secondo questo studio, infatti, il 94% delle persone intervistate, negli ultimi tre mesi aveva avuto almeno un pensiero intrusivo.

Alcuni esempi, possono essere il salutare qualcuno in modo goffo, dimenticare un nome, o anche pensieri più disturbanti come il desiderio di far del male a qualcuno, suicidarsi o essere colti da un raptus che possa farci fare delle cose aberranti. Questi pensieri, generalmente, non innescano grossa ansia o disagio, se vengono affrontati nel modo giusto. Vengono “scartati” e vissuti per quello che sono – “spazzatura” mentale a cui non dare peso.

Le ossessioni, invece, sono pensieri persistenti e ricorrenti che generano un’ansia profonda e un bisogno impellente di neutralizzarli attraverso azioni o pensieri specifici. Ad esempio, il timore ossessivo di contaminazione può portare a lavarsi le mani ripetutamente o evitare di toccare determinati oggetti. Questa differenza cruciale sta nel fatto che le ossessioni interferiscono in modo significativo con la vita quotidiana, mentre i pensieri intrusivi, pur essendo fastidiosi, non compromettono in modo così profondo il benessere della persona.

Perché i pensieri intrusivi generano tanta sofferenza?

I pensieri ossessivi possono manifestarsi come “chiodi fissi” (come ruminazione sul passato, senso di colpa ecc.), domande, immagini mentali, impulsi, sensazioni o sentimenti. Qualunque sia il modo in cui si manifestano, generano davvero tanta sofferenza. Questo perché sono indesiderati e spesso in contrasto con ciò che siamo o crediamo. Questo aspetto, definito “egodistonia”, significa che i pensieri non sono in sintonia con i nostri desideri, valori o convinzioni reali. È proprio questa discrepanza a rendere i pensieri intrusivi così disturbanti: ci fanno mettere in discussione chi siamo e cosa vogliamo, generando ansia, angoscia e la stanchezza di chi non riesce a far altro che pensare tutto il giorno.

Ma non è solo questo. Avere pensieri intrusivi, ci ricorda che non possiamo pensare ciò che vogliamo: in altre parole, sono la dimostrazione oggettiva che non abbiamo controllo neanche sui nostri pensieri. E questa, è un’idea spaventosa. Soprattutto per chi ha un nucleo ossessivo.

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Perché i pensieri intrusivi sembrano così reali?

I pensieri intrusivi possono apparire incredibilmente reali, tanto da farci dubitare delle nostre stesse convinzioni e identità. Che si tratti di pensieri legati a temi di pericolo, sessualità, o la paura di fare del male a qualcuno, questi pensieri indesiderati possono insinuarsi nella mente e provocare una sofferenza indescrivibile. Ed è proprio questa sofferenza, che porta a chiederci: “I pensieri intrusivi sono falsi? E se sì, perché sembrano così reali? Come possiamo imparare a scacciarli?

Ecco alcuni esempi di pensieri intrusivi che ci potrebbero far chiedere: sono pensieri falsi o reali?

  • “E se ho toccato qualcosa di contaminato e mi ammalerò?”
  • “E se ho fatto male il mio lavoro e verrò licenziato?”
  • “E se non ho chiuso bene la porta e qualcuno entrerà in casa?”
  • “E se ho detto qualcosa di sbagliato e ho offeso quella persona?”
  • “E se ho dimenticato di inviare quel messaggio importante?”
  • “E se ho commesso un peccato senza accorgermene e sarò punito?”
  • “E se non amo veramente il mio partner?”
  • “E se ho fatto un errore che rovinerà tutto?”
  • “E se sto mentendo a me stesso e non so chi sono davvero?”
I pensieri ossessivi sono falsi?
Una tendenza ossessiva è quella di cercare di scavare in continuazione nei propri pensieri.

La tendenza a controllare i pensieri: una trappola mentale

È facile cadere nella trappola di pensare di poter controllare completamente i nostri pensieri. Ma la realtà è che i pensieri vanno e vengono nella nostra mente senza un vero controllo da parte nostra. Pensa che in uno studio del 2014, Radomsky e colleghi, hanno rilevato che quasi il 94% delle persone ha avuto almeno un pensiero intrusivo negli ultimi tre mesi. Insomma: i pensieri intrusivi, ce li abbiamo tutti. Tuttavia, per alcune persone, questi pensieri possono diventare una fonte di estrema angoscia, trasformandosi in un ciclo ossessivo-compulsivo che domina la loro vita.

La gran parte dei nostri pensieri non sono sotto il nostro controllo. A volte, il nostro cervello genera pensieri che non riflettono affatto i nostri desideri o valori, ma sono semplicemente idee che arrivano spontaneamente. So che sembra strano, ma è proprio così.

Eppure, quando cerchiamo di controllare o sopprimere questi pensieri, spesso otteniamo l’effetto opposto: i pensieri diventano più forti e più persistenti. Questo fenomeno è il paradosso del pensare di non pensare, dove il tentativo di non pensare a qualcosa porta a pensarci ancora di più.

La saggezza antica ci insegna che “pensare di non pensare è già pensare”.

La disfunzionalità dei pensieri ossessivi

Uno degli aspetti più difficili da accettare riguardo ai pensieri ossessivi è la loro disfunzionalità. Spesso, le persone con pensieri ossessivi cercano di trovare una spiegazione razionale o una soluzione definitiva ai loro dubbi, ma questo può portare a un ciclo infinito di incertezze.

In qualche modo, abbiamo sviluppato l’idea di essere responsabili dei nostri pensieri. Eppure, ogni giorno sviluppiamo così tante idee, che per la maggior parte sono nient’altro che spazzatura, che però non riusciamo a riconoscere come tale. Ci costruiamo l’idea che, siccome le idee vengono da noi, necessariamente ci stanno raccontando qualcosa di importante, da indagare, che ci rappresenta veramente.

  • E se questo pensiero fosse ciò che penso davvero?
  • E se stessi solo cercando di negare una verità scomoda?

I pensieri ossessivi sono veri o falsi?

In realtà, i pensieri ossessivi non sono né veri né falsi, ma sono semplicemente disfunzionali. Cercare di stabilire se un pensiero sia vero o falso, può intrappolarci in un circolo vizioso ancora peggiore di dubbi e incertezze.

È importante capire che i pensieri ossessivi non definiscono chi siamo né riflettono la realtà. Sono il prodotto di meccanismi mentali che, in certe condizioni, diventano disfunzionali. Quando tentiamo di analizzare o controllare questi pensieri, li trasformiamo da semplici intrusi mentali a veri e propri tormenti, alimentando il ciclo dell’ossessione.

L’indagine, il tentativo di controllo, sono ciò che trasformano un pensiero intrusivo in un pensiero ossessivo (se vuoi approfondire la differenza tra pensiero intrusivo e ossessivo, ho scritto un articolo proprio su questo). Invece, è fondamentale imparare a riconoscere questi pensieri come disfunzionali e a non attribuire loro troppo significato. Se riusciamo a fare questo ed evitiamo di cercare di verificarne la veridicità, ecco che possiamo avviarci verso la liberazione da questi intrusi scomodi.

Infatti, indagare un pensiero ossessivo non fa altro che rafforzarlo. Ogni volta che tentiamo di rispondere a un dubbio, ne sorgono altri. Un po’ come aprire una porta, che dà su altre due porte, ognuna delle quali ci mostra altre due porte… in un circolo vizioso che alimenta l’ansia e non ci porta da nessuna parte, se non al panico, al dolore, al malessere.

Insomma: cercare di capire se un pensiero ossessivo è vero o falso, è una domanda sbagliata, e cercare di trovare risposte corrette a domande sbagliate, ci porterà solo sofferenza.

Pensieri ossessivi: veri o falsi?
Analizzare i pensieri ossessivi, cercando di capire se sono veri o falsi o se davvero rappresentano ciò che pensiamo, equivale a cercare per sempre. Perché è la ricerca di una risposta corretta a una domanda sbagliata.

Accettare l’incertezza

Uno dei principali fattori che rende i pensieri ossessivi così potenti è l’incapacità di tollerare l’incertezza. Nella vita, poche cose possono essere conosciute con certezza assoluta. Tuttavia, per chi soffre di pensieri ossessivi, l’incertezza può diventare insopportabile, perché l’incertezza è esattamente l’opposto dell’essere in controllo. Questo ci genera ansia, e cercando di allontanarla, troviamo spesso delle cosiddette tentate soluzioni disfunzionali. Ovvero, delle soluzioni che sul momento funzionano, ci fanno stare un po’ meglio… ma solo sul breve termine. Al contrario, sul lungo termine ci danneggiano, incastrandoci ancora di più in un vortice discendente.

In altre parole, più cerchiamo di controllare o allontanare i pensieri ossessivi, più finiamo per agitarci nelle sabbie mobili, ottenendo l’unico risultato di affondare più velocemente.

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maurizio iengo psicologo

Maurizio Iengo

Psicologo, formatore e consulente. Membro dell'American Psychological Association. Da anni studio e pratico l'ipnosi, oltre ad essere formato nella tecnica EMDR - lo strumento più scientificamente validato per il lavoro sul trauma. Collaboro con Psicohelp, uno dei maggiori portali di terapia di coppia in Italia. Ho un master in Terapia e Clinica del Legame di Coppia e sono autore di vari libri, tra cui "Tornare a Vivere", "il Salvacoppie", "La Trappola della Felicità".

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