In questo articolo scoprirai:
- I complessi meccanismi neurochimici che rendono l’amore, e in particolare quello “proibito”, così avvincente e difficile da lasciare.
- Come la scienza spiega perché è proprio vero che “siamo tutti quindicenni” e agiamo da tali quando siamo innamorati.
- Le conseguenze nascoste di questi legami e come puoi iniziare a comprendere e rompere questo ciclo.
Ti sei mai chiesto perché la storia con un amante possa diventare così potente – una vera e propria dipendenza? Perché, nonostante le conseguenze potenzialmente devastanti, ti senti intrappolato in un ciclo da cui sembra impossibile uscire?
Le relazioni extraconiugali non sono mai semplici, fugaci momenti di passione. Spesso, ciò che inizia come la soddisfazione del proprio piacere, una valvola di sfogo o un brivido inaspettato, si trasforma in un legame emotivo intenso e profondamente complesso. È un viaggio carico di emozioni contrastanti che possono travolgerti: eccitazione e paura, libertà e senso di colpa, desiderio e confusione. Capire cosa sta accadendo nel tuo cervello, è il primo passo fondamentale per prendere decisioni consapevoli e riprendere il controllo della tua vita.
Ti parlerò di tutto ciò basandomi sulla mia esperienza di psicologo che si occupa di tradimenti e sulle più recenti scoperte delle neuroscienze.
Ossessione per l’amante: cosa succede nel cervello?
Perché un amante diventa così importante, quasi indispensabile? La risposta non è solo nelle dinamiche relazionali o nei bisogni emotivi insoddisfatti che potresti percepire nella tua relazione principale. Va ben oltre. Affonda le radici nella chimica del tuo cervello, in meccanismi evolutivi che ci hanno spinto a cercare connessioni, ma che possono essere “dirottati” in contesti inaspettati.
Siamo biologicamente predisposti alla dipendenza dall’amore, in modi sorprendentemente simili a quelli che si osservano con le droghe. Non è solo una metafora romantica o un modo di dire; è chimica. Il tuo cervello, infatti, è un laboratorio chimico in piena attività, dove ogni emozione, ogni desiderio, è il risultato di un complesso “cocktail” di neurotrasmettitori. Quando entri in una relazione con un amante, si scatenano reazioni potenti, una vera e propria “ricetta” che può creare un legame quasi indissolubile, rendendo difficile la separazione anche quando la razionalità ti suggerirebbe il contrario.
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Il Cocktail Neurochimico della Dipendenza Amorosa
Analizziamo gli ingredienti di questo potente cocktail che ti tiene legato a un amante, andando a vedere come ciascun neurotrasmettitore contribuisce a questa complessa dipendenza:
Dopamina: il brivido dell’imprevedibile e la “botta”
La dopamina è il neurotrasmettitore della motivazione e della ricompensa, il “carburante” che ti spinge a cercare e perseguire ciò che ti fa stare bene. È quella sensazione di euforia, di “farfalle nello stomaco“, che provi quando ricevi un messaggio inatteso, quando si concretizza un incontro segreto, o quando l’amante ti dedica un’attenzione speciale dopo un periodo di silenzio.
Ma ecco il punto cruciale, rivelato dalle ricerche del neuroscienziato Wolfram Schultz (1998): il tuo cervello rilascia le “botte” più grandi di dopamina non tanto per le ricompense previste e costanti (della serie: che palle mia moglie/marito!), bensì per quelle inaspettate o migliori del previsto. Questo meccanismo è noto come “errore di previsione” della ricompensa.
Pensa alle slot machine o ai gratta e vinci: non è la vincita costante a creare dipendenza, ma la speranza del “grande colpo” imprevedibile che ti spinge a rigiocare, nonostante le perdite.
Nelle relazioni con un amante, dove l’affetto, l’attenzione o la comunicazione sono spesso intermittenti e segreti, ogni gesto positivo che segue un periodo di distanza o incertezza è percepito come una “vittoria” inaspettata e altamente gratificante. Questo potente schema di “rinforzo intermittente” condiziona il tuo cervello a cercare costantemente quella ricompensa imprevedibile, creando un ciclo simile a una vera e propria dipendenza comportamentale.
È per questo che ti senti spinto a “inseguire quel picco“, anche quando la relazione è fonte di stress, confusione o dolore. Il cervello viene letteralmente “addestrato” a dare priorità alla ricerca di quella sensazione, ignorando o svalutando obiettivi e attività più sani e razionali.
E, diciamoci la verità, è anche quello che ci riporta ai periodi dell’adolescenza, in cui le relazioni erano tutte così. Immature, ma profondamente eccitanti. Così eccitanti da farci ignorare gli aspetti e le responsabilità familiari, e ci fanno agire di nuovo come quindicenni!
Questa dinamica è al centro di quella che qualcuno chiama limerenza, quello stato emotivo intenso e involontario di infatuazione ossessiva. La limerenza è letteralmente guidata da questo circuito di ricompensa della dopamina, rendendo l’oggetto del tuo desiderio “come una droga“. I pensieri intrusivi e persistenti, gli alti e bassi emotivi caotici, la sensazione di “farfalle nello stomaco” e la potenziale incapacità di funzionare normalmente sono tutti sintomi di un sistema dopaminergico iperattivo e spesso disregolato.

Ossitocina: perché non riesci a staccarti dall’amante
L’ossitocina è spesso chiamata l'”ormone del legame” o delle “coccole”. Viene rilasciata durante l’intimità fisica ed emotiva, come il tocco, l’abbraccio, l’allattamento o la condivisione di pensieri personali e profondi. Agisce nel cervello per ridurre le inibizioni e la paura associate alla formazione di nuove relazioni, “calmando” l’amigdala (il centro della paura del cervello).
Il suo rilascio aumenta la fiducia e la propensione a connettersi.
Anche in una relazione clandestina, questi momenti di vicinanza, seppur intermittenti e rubati, creano un senso di fiducia e un legame profondo. Questo rende incredibilmente difficile il distacco, perché il tuo cervello associa l’amante a sensazioni di sicurezza, connessione e appagamento emotivo.
Tuttavia, è importante notare che il corpo sviluppa una tolleranza all’ossitocina nel tempo, e il suo rilascio più intenso è legato a contesti riproduttivi (rapporti sessuali, parto, allattamento). La sua presenza, anche se non costante, contribuisce a quel senso di “non poter fare a meno” dell’amante, creando una dipendenza emotiva che si aggiunge a quella dopaminergica.
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Serotonina: perché sei ossessionato dall’amante
Ti sei mai sentito ossessionato dai pensieri sull’amante, incapace di concentrarti su altro, con la mente che torna continuamente a quella persona, anche nei momenti più inopportuni?
I livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che regola l’umore, le emozioni e il comportamento, tendono a diminuire nelle prime fasi dell’attrazione e dell’innamoramento. Questo calo è anche implicato nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e si ipotizza che sostenga l’elemento ossessivo dell’amore, spingendoti a mantenere una connessione e a coordinare la tua vita con quella dell’altra persona. È come se il tuo cervello ti spingesse a “fissarti” sull’innamorato per assicurarsi che il legame si rafforzi, rendendo difficile liberarti da quei pensieri intrusivi.
Beta-endorfine: perché non riesci a stare senza
Le beta-endorfine sono gli oppiacei naturali del corpo, che rilasciano sensazioni di calore, vicinanza, euforia e felicità. Sono la vera “colla” delle relazioni a lungo termine, quelle che ti fanno sentire al sicuro, protetto e appagato.
Vengono rilasciate attraverso comportamenti sociali come il tocco, il ridere, il ballare, il cantare e l’esercizio fisico, specialmente quando eseguiti in sincronia con gli altri.

Ma c’è un rovescio della medaglia, particolarmente evidente quando un legame si interrompe: quando si sperimenta la perdita di un amore (come una rottura o la fine di un affare), si verifica una vera e propria “crisi d’astinenza” da oppiacei.
Questo causa un dolore fisico e psicologico intenso, un senso di vuoto, malessere e un desiderio pervasivo che può essere devastante. È il tuo corpo che reagisce alla mancanza di questa “droga” naturale, rendendo il distacco estremamente difficile e doloroso.
Norepinefrina e Cortisolo: il brivido del proibito
A completare questo potente cocktail neurochimico, troviamo la norepinefrina e il cortisolo. La norepinefrina aumenta la concentrazione, l’energia e l’attenzione, contribuendo a quella preoccupazione ossessiva e all’intensa focalizzazione sull’amante. Ti senti più vigile, più “vivo/a”, quasi in uno stato di allerta costante.
Il cortisolo, l’ormone dello stress, viene secreto in abbondanza grazie alla natura rischiosa e segreta di un tradimento. Aggiunge un elemento di eccitazione e “brivido” al legame, amplificando il “picco” e rendendo l’esperienza ancora più intensa e memorabile.
È la combinazione di questi elementi che crea una “sinergia tossica“, un intreccio neurobiologico ed emotivo che rende la relazione intensamente significativa e vitale, nonostante la sua intrinseca instabilità e il potenziale di dolore.
In amore, siamo tutti quindicenni

Dico spesso che in amore, siamo tutti quindicenni. Ci comportiamo da ragazzini che farebbero pazzie per quello che crediamo l’amore della nostra vita. Ecco, quando siamo innamorati, e in particolare in relazioni intense e imprevedibili come quelle con un amante, la nostra capacità di valutare i potenziali rischi, di percepire la realtà in modo obiettivo e di comprendere correttamente le intenzioni dell’altro è compromessa.
Ecco cosa succede nel tuo cervello, rendendoti meno lucido/a e più vulnerabile:
- Inibizione delle funzioni dell’amigdala: è la zona responsabile della paura, del rilevamento del rischio e della risposta alle minacce. La sua funzione viene ridotta durante le fasi iniziali dell’innamoramento. Questo significa che i segnali di pericolo che normalmente ti metterebbero in guardia vengono silenziati o ignorati. È come se il tuo “allarme interno” fosse temporaneamente disattivato, rendendoti meno propenso/a a percepire i segnali d’allarme. Quelle che alcuni chiamano red flags, insomma.
- Ridotta attività della Corteccia Prefrontale Mediale (PFC): Anche l’area del cervello coinvolta nella mentalizzazione – la capacità di comprendere o prevedere le intenzioni degli altri, di pianificare a lungo termine, di esercitare il giudizio critico e il controllo degli impulsi – mostra attività ridotta. La PFC è il tuo “centro esecutivo”, responsabile del pensiero razionale. Quando è meno attiva, le decisioni vengono prese più sulla base di reazioni emotive immediate (il desiderio del “picco” di dopamina, il brivido della segretezza, la paura della perdita) piuttosto che su una valutazione ponderata delle conseguenze.
Queste disattivazioni ti rendono meno abile a individuare individui potenzialmente dannosi o situazioni rischiose. Il tuo cervello, in pratica, è così concentrato sulla ricompensa e sul legame che “ignora” i segnali d’allarme e le conseguenze a lungo termine. Questo può portare a decisioni impulsive e potenzialmente dannose, basate più sull’emozione del momento che sulla logica. È per questo che, in certi momenti, dovremmo ascoltare gli amici piuttosto che affidarci al nostro giudizio. Loro, infatti, non sono sotto l’influenza di questo potente cocktail neurochimico che ci fa regredire all’adolescenza, e possono offrire una prospettiva più obiettiva.
L’antropologa evoluzionista Anna Machin, autrice di “Cosa sappiamo davvero sull’amore“, ha ampiamente esplorato come questi meccanismi neurobiologici ci rendano vulnerabili alla dipendenza dall’amore, sottolineando come il cervello sia cablato per cercare connessioni, ma possa essere “dirottato” da schemi di ricompensa imprevedibili, rendendo difficile la valutazione oggettiva della situazione e la presa di decisioni razionali.
Se stai vivendo una situazione simile e desideri esplorare questi meccanismi più a fondo o trovare un percorso per uscirne, non esitare a contattarmi. Valuteremo insieme se sia il caso di iniziare un percorso.
FAQ – Domande Frequenti sulla Dipendenza dall’amante
1. La dipendenza dall’amante è una vera dipendenza come quella da droghe o gioco d’azzardo? Sì, la ricerca neurobiologica suggerisce che i meccanismi cerebrali coinvolti nella dipendenza dall’amore, e in particolare da relazioni incoerenti come quelle con un amante, sono sorprendentemente simili a quelli delle dipendenze da sostanze o comportamentali. Il rilascio di dopamina in risposta a ricompense imprevedibili e il ciclo di tolleranza e astinenza creano un legame potente e difficile da spezzare.
2. Perché mi sento così ossessionato/a dall’amante? Questa ossessione è spesso legata a un calo dei livelli di serotonina nelle prime fasi dell’attrazione, che può alimentare pensieri intrusivi e una focalizzazione quasi compulsiva sull’altra persona, simile a quanto accade nel disturbo ossessivo-compulsivo. A questo si aggiunge la dopamina, che ti spinge a cercare costantemente la ricompensa imprevedibile.
3. È possibile “riprogrammare” il mio cervello per uscire da questa dipendenza? Sì, è possibile. La “riprogrammazione” consapevole implica il riconoscimento del ciclo di dipendenza e la ricerca attiva di fonti di dopamina sane e coerenti, come hobby, obiettivi personali, amicizie stabili e attività fisica. Questo aiuta a ricalibrare il sistema di ricompensa del cervello, rendendo le ricompense stabili più soddisfacenti nel tempo.
4. Come posso distinguere l’amore autentico dalla dipendenza da un amante? L’amore autentico e sano, come evidenziato dalla ricerca di John Gottman, si basa sulla coerenza, sulla fiducia, sulla prevedibilità e su un impegno reciproco che costruisce stabilità a lungo termine. La dipendenza da un amante, invece, è spesso alimentata dall’incoerenza, dalla segretezza, da picchi emotivi intensi ma effimeri, e da un ciclo di ricerca e astinenza, che mina la stabilità e la capacità di giudizio.
5. Cosa devo fare se mi rendo conto di essere dipendente da un amante? Il primo passo è la consapevolezza e il riconoscimento del problema. Successivamente, è fondamentale cercare supporto. Questo può significare allontanarsi dalla fonte di incoerenza e intraprendere un percorso con uno psicologo che si occupa di relazioni e dipendenze emotive. Un professionista può aiutarti a gestire i sintomi di astinenza, a esplorare le vulnerabilità sottostanti e a costruire modelli relazionali più sani.
Bibliografia
- BetterHelp. (n.d.). Your Brain In Love: Dopamine, Oxytocin, And More. https://www.betterhelp.com/advice/love/your-brain-on-love-neurotransmitters-and-their-effects/
- BrainFacts.org. (2021, December 21). Discovering Dopamine’s Role in Reward Prediction Error. https://www.brainfacts.org/brain-anatomy-and-function/genes-and-molecules/2021/discovering-dopamines-role-in-reward-prediction-error-122121
- Hollerman, J. R., & Schultz, W. (1998). Dopamine neurons report an error in the prediction of reward during learning. Nature Neuroscience, 1(4), 304–309.
- Machin, A. (2025). Cosa sappiamo davvero sull’amore: Tra psicologia, scienza e antropologia, indagine sul mistero dei nostri sentimenti (L. Fusari & S. Prencipe, Trad.). UTET.
- Kendall, J. (2024, November 20). The Neuroscience of Affairs: Why Cheating Can Be a Chemical Addiction. https://relevant-connections.com/the-neuroscience-of-affairs-why-cheating-can-be-a-chemical-addiction/
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