Limerenza: definizione, cause, sintomi e cura

La limerenza è una forma di ultra-attaccamento verso una persona che, spesso, porta a far allontanare un partner invece che avvicinarlo come si desidererebbe.

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Un termine particolare che definisce situazioni che potrebbero esserti capitate o ti stanno capitando, senza distinzione di genere.

ATTENZIONE! Purtroppo, anche noi psicologi, tendiamo a "patologizzare" tante manifestazioni dell'animo umano. La "limerenza" così come tanti altri termini coniati di recente, non è considerata una patologia, e non dev'essere vista come tale. Tuttavia, quest'articolo vuole semplicemente raccontare un'esperienza comune che a volte viene vissuta come qualcosa che confonde, che turba. E che può darti qualche spunto per sentirti accolto.

La sensazione è duplice e viene avvertita dai partner in modo opposto: c’è chi capisce di dipendere troppo da un’altra persona e non riesce a far a meno di rimanerci attaccata. E chi, ovviamente, sente di essere l’oggetto di un attaccamento pesante, che va ben oltre la normale dimostrazione d’affetto e si ripercuote nell’equilibrio della vita di coppia.

Se tu o la tua coppia avete bisogno di sostegno in un momento difficile, puoi contattarmi per discutere del tuo caso. Ricevo anche Online.

Un caso di limerenza, la storia di Simone

Iniziamo dalla storia di un mio paziente. Sono certo che troverai alcuni elementi molto familiari.

Un giorno, Simone mi ha detto: “Sai, Maurizio, io sono sicuro di amare la mia compagna… ma la verità è che l’amore che provo mi fa anche provare sentimenti dolorosi: ogni volta che devo stare lontano da lei, provo un vero e proprio terrore. Sento che non riesco a stare senza di lei; sento che, quando lei non è con me, io sono come spezzato a metà… e ho paura che possa lasciarmi da un momento all’altro”. 

Il mio paziente, quel giorno, voleva sapere se ciò che stesse provando fosse normale. Voleva sapere se esistesse un nome per definire i sentimenti negativi che viveva quando era costretto a stare lontano dalla sua compagna. 

Questo è un bisogno normale: come ormai sappiamo bene, comprendere quello che stiamo provando è il primo passo per riuscire a superarlo.

Come faccio spesso durante le mie sedute, anche quel giorno cercai di andare più a fondo nella questione prima di farmi un’idea più approfondita su ciò che il mio paziente stesse vivendo. 

Cercando di capire se, per esempio, ciò che il mio paziente provava avesse a che fare con la sfiducia o con la paura di perderla.

Ecco, nel suo caso era più la paura di perdere la compagna, che si traduceva in una forma (negativa) di super-attaccamento: la limerenza, appunto.

Stress e ansia sono un sintomo comune dell'ossessione d'amore.
Stress e ansia sono un sintomo comune dell’ossessione d’amore.

Cosa è la limerenza esattamente?

La limeranza è una forma di ultrattaccamento: quando si è attratti da una persona in modo malsano. Questa forma di attaccamento causa, in colui o colei che la prova, sentimenti di incertezza, paura dell’abbandono, emozioni negative legate alla necessità di rimanere sempre collegati al partner, anche quando il partner è, a conti fatti, assente.

La limerenza ha dunque a che fare con una idealizzazione del partner: il nostro organismo, dato che quando è vicino al partner riceve delle vere e proprie scariche di dopamina, e cioè di sentimenti di gratificazione, a lungo andare non desidera altro che quella stessa vicinanza.

La limerenza è uno stato mentale di profonda infatuazione romantica e forte ossessione.

Limerenza” non è qualcosa che troverai nei manuali diagnostici che si usano in psicologia. Piuttosto, si tratta di un termine coniato dalla psicologa Dorothy Tennov negli anni ’70 e si riferisce alle sensazioni d’eccitazione tipiche delle prime fasi di una relazione. Infatti, è importante specificare che non è una “patologia”.

Durante queste prime fasi, spesso vogliamo solo di più dal partner: più attenzioni, più tempo insieme e così via. Vorremmo che il tempo trascorso insieme fosse moltiplicato, e quello trascorso distanti azzerato.

Colui / colei che sperimenta la limerenza tende ad idealizzare il suo partner, cioè l’oggetto del suo amore, e a caricarlo di un’importanza straordinaria. 

Quando la limerenza non riguarda solo la prima fase di una relazione, ma la relazione in toto, questa forma di idealizzazione può causare più di un problema.

Anzitutto l’oggetto della limerenza è sopravvalutato, cioè il partner viene idealizzato. Sono sopravvalutati i suoi pensieri e le sue opinioni, e dunque è sopravvalutato il desiderio di stare in sua compagnia. 

Ho già scritto su questo sito e sul mio libro proprio dedicato alla limerenza di problemi simili.

Anche nel caso della limerenza siamo di fronte a una reazione fisiologica. 

L’oggetto della limerenza causa, come dicevamo, un maggior rilascio di dopamina, e dunque una sensazione di gratificazione. 

Questa gratificazione porta al desiderio di stare sempre in compagnia del partner: solo in sua compagnia, infatti, sente di stare bene, di non avere paure, di avere certezze.

Tutti questi pensieri, si fondano in definitiva su una vera e propria ossessione nei confronti della persona amata, la quale è a sua volta fondata sulla gratificazione data dalle scariche di dopamina.

Ciò ha portato molti psicologi ad affermare che limerenza e amore siano due cose completamente diverse: se l’amore è un sincero interesse per il benessere dell’altro, la limerenza è oggettificare l’altro al fine di sentirsi appagati personalmente. 

La limerenza è, dunque, una forma di dipendenza emotiva dall’altro: dipendenza che può essere espressa o manifestarsi in modi molto diversi tra loro. 

Dipendenza che viene vissuta da soli, in modo individuale, quindi al di fuori della dinamica di coppia.

La limerenza è “facilitata” dalla possibilità di sapere sempre dov’è il partner. La potenza della tecnologia, può soddisfare un bisogno che alimenta la dipendenza.

I “sintomi” della limerenza

ATTENZIONE! Purtroppo, anche noi psicologi, tendiamo a "patologizzare" tante manifestazioni dell'animo umano. La "limerenza" così come tanti altri termini coniati di recente, non è considerata una patologia, e non dev'essere vista come tale. Tuttavia, quest'articolo vuole semplicemente raccontare un'esperienza comune che a volte viene vissuta come qualcosa che confonde, che turba. E che può darti qualche spunto per sentirti accolto.
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Riconoscere questi sintomi è fondamentale per capire se le emozioni che si stanno vivendo in coppia, siano o non siano legate ad una forma di limerenza nei confronti del partner. 

Il motivo è semplice: la limerenza ha connotazioni negative mascherate da un interessamento genuino e positivo.

I sintomi sono più o meno definibili come segue.

Pensieri intrusivi sulla vita personale del / della partner

Vuoi cioè sempre sapere dove si trovi, con chi si trovi e cosa stia facendo. Sebbene tu non ne sia consapevole, il motivo per cui ricerchi tali informazioni è un profondo bisogno di sicurezza: la sicurezza che il partner sia ancora legato a te, che i suoi sentimenti nei tuoi confronti siano ancora vivi e ben radicati.

Terrore di un amore / affetto non ricambiato

Hai il terrore di non essere ricambiato. Sebbene il tuo partner condivida con te le sue giornate, ti ripeta di amarti, viva con te il suo tempo libero, nel profondo di te stesso hai il timore che i suoi sentimenti possano cambiare da un momento all’altro. Questo bisogno (questa fantasia negativa), causa in te emozioni dolorose: paura, ansia, pensieri intrusivi. 

Idealizzazione della persona amata

Hai una percezione sbilanciata della persona amata. Ogni persona (sì, anche le persone che amiamo), hanno dei pregi e dei difetti. Hanno delle caratteristiche positive, bilanciate da caratteristiche negative. Chi prova limerenza nei confronti del partner, molto spesso tende a divenire cieco in relazione alle caratteristiche negative del proprio partner. Egli ha, cioè, una visione idealizzata del partner che non corrisponde alla realtà. Superata la fase iniziale dell’innamoramento (quando si dice, in modo scherzoso, ma non distante dalla realtà, che l’amore è cieco), questa idealizzazione lascia strada alla condivisione, che appunto comporta l’accettazione dei pregi e dei difetti di entrambi. E quindi alla costruzione vera e propria del rapporto.

Eccesso di altruismo, disponibilità e condiscendenza

Cerchi sempre di dare all’altro qualcosa di straordinario, al fine di convincerlo a rimanere con te. L’amore, com’è ovvio, si fonda sulle attenzioni e sulla cura verso l’altro: ma l’amore non è solo questo. Un amore sano non è un amore fondato su un ideale di perfezione (come l’amore platonico), ma è un amore che si costruisce a poco a poco su sentimenti solidi di fiducia e condivisione.

La necessità di stupire sempre l’altro (ad esempio con regali, con cene fuori, con viaggi…) è una necessità che spesso può indicare una forma di limerenza. Si dona, si vuole stupire, perché si è insicuri dell’amore che l’altro prova; perché, attraverso il dono, si vuole convincere l’altro a non andare via. 

Continui sbalzi d’umore e sofferenza

La limerenza è contraddistinta anche da stati emotivi oscillanti, che vanno dalla paura all’eccesso di tranquillità, dall’incapacità di controllare i propri pensieri a una arrendevolezza totale.

Pensiamo per un istante al bisogno di sapere sempre dove il partner si trovi in tempo reale (caratteristica che, come abbiamo visto, è uno dei sintomi fondamentali della limerenza). 

Quando si sperimenta un bisogno di questo genere, che viene spesso espresso attraverso comportamenti quasi persecutori (messaggi telefonici, chiamate, domande rivolte al partner sul luogo e sulle persone con cui si trova), non è veramente l’altro che si sta amando: si stanno mettendo in atto delle tecniche al fine di gestire la propria ansia, i propri timori dell’abbandono, le proprie paure più recondite. 

In quanto ossessione nei confronti dell’altro, la limerenza può causare sensazioni molto dolorose in chi ne fa esperienza.

Sentimenti come: terrore, panico, ansia, stress, incapacità di concentrarsi sulle attività quotidiane pur di rimanere legati al partner, sono sentimenti molto comuni in chi vive un legame fondato sull’ultrattaccamento. 

Cosa prova il partner di chi subisce la limerenza

Il partner che subisce la limerenza da parte dell’altro o dell’altra si trova ovviamente in subbuglio, in difficoltà, non sa all’inizio come comportarsi ma avverte delle sensazioni negative, preoccupanti.

  • Sentirsi in gabbia o in trappola;
  • Sentirsi costantemente sotto controllo;
  • Impossibilità di fare qualcosa senza dover dare spiegazioni;
  • Senso di oppressione e di perdita della propria libertà.

“Curare” la limerenza

Spesso, chi prova limerenza, tende a chiudersi in se stesso e a non parlare con nessuno dei sentimenti che sta vivendo.

La consapevolezza di sperimentare ultrattaccamento è infatti una consapevolezza che può causare grande vergogna: la vergogna di dipendere da qualcuno, di non essere liberi, di essere deboli in un mondo in cui l’indipendenza è tutto. Un mondo in cui, chi ha bisogno dell’altro, è destinato a rimanere sull’ultimo scalino della società dei consumi.

Eppure, come ben sappiamo, il primo passo per la cura di un problema è la comprensione del problema stesso. 

La limerenza può essere confusa per manifestazioni caratteriali eccessive, come la gelosia, che magari prima non esisteva.

Ma dietro la limerenza possono nascondersi cause che vanno ben al di là della gelosia.

Molti studi hanno tentato di spiegare le ragioni che possano determinare la formazione di legami affettivi fondati sulla limerenza.

Carenze affettive, esperienze traumatiche relative al passato, tradimenti… sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a generare questo tipo di legami.

Come ti dicevo, ho cominciato a riflettere su questa problematica a partire dal caso di Simone. Ma come abbiamo risolto il suo problema di limerenza?

All’inizio, Simone non riusciva neanche a capire che cosa stesse vivendo. Sperimentava sensazioni di ansia, di paura dell’abbandono, e via dicendo, ma non riusciva a capire perché le stesse vivendo. 

Certo, capiva di avere una forma di attaccamento alla sua partner fuori dal comune: voleva sempre stare con lei, voleva sempre condividere con lei pensieri ed emozioni. Solamente quando lei era presente, lui si sentiva veramente gratificato. 

Questo, nei normali momenti di assenza della sua partner, contribuiva a farlo soffrire e a metterlo all’angolo (tanto più che non riusciva a parlare con nessuno dei suoi problemi e dei suoi bisogni). 

Durante il nostro percorso, con Simone abbiamo dunque cominciato a lavorare sui suoi legami affettivi (i legami che intratteneva con persone che non fossero la sua partner). 

Quello che abbiamo scoperto, all’inizio, è che Simone era convinto di non avere legami significativi all’infuori del suo legame romantico. Non frequentava molte persone all’infuori dei familiari stretti e non aveva interessi particolari.

Se questo può sembrare normale, non lo è nelle coppie che funzionano.

Una coppia che funziona in genere tende a supportarsi e a stimolarsi, non ad annullarsi.

Per cui se un partner ha un interesse in genere finisce per condividerlo con l’altra metà, influenzandola e arricchendola. Allo stesso modo, si sperimentano nuove cose da fare insieme. Ma mai abbandonando gli spazi dedicati a sé. Ricordiamo sempre che, come dice Esther Perel, è nella distanza che alimenta il desiderio.

Quello che cercavo di spiegare a Simone, in fondo, è che la limerenza funziona come un circolo vizioso: 

  1. si vuole mantenere intatto il legame con la propria partner; 
  2. per farlo, si mettono da parte tutti gli altri legami; 
  3. questo conduce ad aumentare le sensazioni legate alla limerenza
  4. che contribuisce ad allontanare il partner che si sente soffocato. 

All’atto pratico, la limerenza è un comportamento disfunzionale: l’ultrattaccamento (la volontà di rimanere sempre legato all’altro) produce comportamenti che alla fine allontanano l’altro, invece di avvicinarlo. 

Una soluzione che aiuta a superare la limerenza

La soluzione è quindi la seguente: riuscire ad affrontare l’iniziale sofferenza del distacco e della lontananza, per riuscire a ricreare degli spazi personali, spazi condivisi con persone che non sono il partner, o spazi dedicati ad attività che si erano messe da parte al fine di vivere in costante connessione con la persona amata. 

La limerenza è come uno di quei mostri dei film dell’orrore: tanto più si sperimenta paura, tanto più tali mostri crescono e acquisiscono potenza. 

Quando si sperimenta limerenza, e si mettono in atto quei comportamenti che dovrebbero placare le sensazioni di dolore causate dalla limerenza stessa, ciò che si sta facendo è entrare a piene mani in quel circolo vizioso di cui ti dicevo sopra. 

Riuscire a ritrovare un proprio spazio di indipendenza è invece il primo passo per ritrovare una serenità emotiva che è incompatibile con la limerenza.

Quello che mi sento di dirti è che la limerenza, come tutte le altre problematiche di cui parlo nel sito, può essere superata con un percorso di sostegno psicologico. 

Simone, ad esempio, dopo un percorso di questo genere è riuscito non solo a superare i problemi relativi alla limerenza, ma anche a costruire, dopo aver posto fine alla storia precedente, un rapporto sano fondato sulla fiducia e sulla reciprocità.

Rientrare nei canoni della normalità è possibile. Una normalità che però renderà il tuo rapporto di nuovo speciale, senza idealizzazioni.

Fai il test: quella che provi è limerenza?

Qui metto a disposizione un test per capire se si soffre di limerenza (o ne soffre di chi ti sta accanto) e come puoi uscirne.

maurizio iengo psicologo

Maurizio Iengo

Psicologo, formatore e consulente. Membro dell'American Psychological Association. Da anni studio e pratico l'ipnosi, oltre ad essere formato nella tecnica EMDR - lo strumento più scientificamente validato per il lavoro sul trauma. Collaboro con Psicohelp, uno dei maggiori portali di terapia di coppia in Italia. Ho un master in Terapia e Clinica del Legame di Coppia e sono autore di vari libri, tra cui "Tornare a Vivere", "il Salvacoppie", "La Trappola della Felicità".

1 commento su “Limerenza: definizione, cause, sintomi e cura”

  1. Grazie Maurizio per questo articolo ben completo.

    Non avrei mai pensato di star cosi’ male ma anche cosi’ bene al sapere cosa causa il dolore. Nasce tutto nella mia mente.

    Bravo

    Rispondi

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