DOC Aggressivo: la paura di far del male agli altri

In questo articolo scoprirai:

  • Cosa sono i pensieri intrusivi violenti e perché non indicano che sei una persona pericolosa
  • Come riconoscere il DOC aggressivo e distinguerlo da altri disturbi
  • Strategie concrete per affrontare i pensieri intrusivi senza esserne sopraffatti
  • 3 storie di chi convive con questi pensieri e sta imparando a gestirli

Ti è mai capitato di avere improvvisamente il pensiero di poter fare del male a qualcuno che ami involontariamente? Magari ti immagini mentre impugni un coltello in cucina, spingi qualcuno giù dalle scale o anneghi tuo figlio durante il bagnetto: un pensiero così assurdo e inquietante da farti sentire una persona orribile.

L’argomento è estremamente delicato. Ma se questo tipo di pensieri ti spaventa e ti fa soffrire, quello che stai sperimentando potrebbe essere un tipo di disturbo ossessivo-compulsivo conosciuto come “DOC aggressivo”: il DOC che ti instilla il dubbio di poter far del male, magari a una persona cara.

Cosa sono i pensieri intrusivi violenti?

Se sei qui, forse è perché soffri di disturbo ossessivo-compulsivo in una delle sue declinazioni più subdole. Il DOC aggressivo si manifesta con pensieri intrusivi che suscitano una grande paura di poter far del male agli altri. Le persone che ne soffrono sono tormentate da questo tipo di pensieri:

  • E se un giorno perdessi il controllo e facessi del male a qualcuno che amo?
  • Temo che potrei diventare violento in un momento di confusione mentale
  • Mi sento come se il mio corpo potesse muoversi da solo e fare qualcosa di terribile senza che io lo voglia

Ad esempio, Sara (nome di fantasia) mi ha raccontato: “Ho paura di ammazzare i miei genitori in un raptus. Ogni volta che sono in cucina con loro, devo allontanarmi perché ho paura di afferrare un coltello e ucciderli.”

Una ragazza guarda dei coltelli pensando che ha paura di fare del male a qualcuno
L’evitamento è una delle strategie che le persone con DOC aggressivo utilizzano per gestire l’angoscia data dal timore di aggredire qualcuno, come nel caso di Sara.

La caratteristica distintiva dei pensieri violenti causati da questo disturbo è che generano enorme angoscia, perché non rispecchiano affatto la personalità e i valori di chi li sperimenta. Se hai avuto pensieri simili e hai notato che vanno contro tutto ciò in cui credi, probabilmente non sei affatto una persona violenta: soffri di DOC aggressivo.

Approfondisci i vari tipi di disturbo ossessivo-compulsivo in quest'articolo.

3 Storie di DOC da paura di fare del male

“Ho paura di diventare violento durante un attacco di rabbia”

Marco, 37 anni.

“Era una sera come tante altre quando è successo. La mia ragazza mi aveva fatto notare qualcosa che avevo sbagliato e improvvisamente ho sentito una rabbia così intensa che il mio corpo sembrava cambiare. Sentivo la rabbia nelle ossa, come se l’aria fosse intrappolata tra le articolazioni. In quel momento ho avuto il pensiero terrificante: ‘E se perdessi il controllo? E se diventassi violento?’

Quella notte non ho dormito. Continuavo a rivedere la scena e a pensare: ‘Sono una persona pericolosa? Potrei fare del male a chi amo?’ Ho iniziato a cercare online ‘paura di diventare violento’ e ‘pensieri aggressivi improvvisi’. Ogni risultato mi spaventava sempre di più.

L’ho raccontato alla mia ragazza, e lei mi ha rassicurato dicendomi che sono solo sciocchezze. Eppure, ho sempre paura di poter impazzire e farle del male senza volerlo.

“Penso continuamente di poter uccidere qualcuno per sbaglio”

Sara, 26 anni.

“Tutto è iniziato mentre stavo tagliando le verdure in cucina. All’improvviso mi è venuto in mente: ‘E se prendessi questo coltello e facessi del male a mia madre?’ Il pensiero è stato così vivido e spaventoso che ho lasciato cadere il coltello e sono scoppiata a piangere.

Da quel giorno, ogni volta che vedo un oggetto appuntito, delle scale, o mi trovo da sola con qualcuno, la mia mente mi bombarda con immagini terribili. ‘E se spingessi mio fratello giù dalle scale?’ ‘E se perdessi la testa e uccidessi qualcuno?’ Questi pensieri mi tormentano giorno e notte.

Ho iniziato a evitare di restare da sola con le persone che amo. Non riesco più a cucinare. Ho paura perfino di guidare perché penso che potrei investire qualcuno apposta. Ogni volta che cerco ‘pensieri di uccidere qualcuno’ o ‘paura di fare del male senza volerlo’ su internet, trovo solo storie di serial killer che mi fanno stare peggio.”

“Ho paura di poter fare del male a mio figlio”

“È iniziato quando Matteo aveva appena tre mesi. Gli stavo facendo il bagnetto quando all’improvviso mi è venuto in mente: ‘E se lo lasciassi annegare?’ Il pensiero è stato così orribile che ho iniziato a tremare. Da quel momento, ogni volta che tengo in braccio mio figlio, la mia mente si riempie di immagini terrificanti.

‘E se lo lasciassi cadere apposta?’ ‘E se gli facessi del male mentre dorme?’ ‘E se un giorno perdessi il controllo e diventassi una di quelle madri che si sentono al telegiornale?’ Questi pensieri mi perseguitano 24 ore su 24. Ho smesso di fare il bagnetto a Matteo da sola, ho paura di restare sola con lui, evito di tenerlo in braccio vicino alle scale.

Mio marito non capisce perché sono sempre così angosciata e piango senza motivo. Ma non posso dirglielo. Mi sentivo la peggiore madre del mondo.”

Perché mi sento così?

Paradossalmente, le persone con DOC aggressivo sono spesso individui eccezionalmente gentili ed empatici. Infatti, secondo la mia esperienza, chi soffre di questo disturbo è portato a temere di agire secondo valori esattamente opposti a quelli che gli appartengono davvero.

Una volta un paziente mi ha detto: “Mi sento come se dovessi pesare ogni parola che esce dalla mia bocca, perché temo di poter dire qualcosa che offende o mette a disagio gli altri senza rendermene conto. Odio questa sensazione.”

Il controllo è un aspetto tipico di questo disturbo: la paura di ferire gli altri — sia in senso letterale, che con le parole — è così invalidante da portarti a controllare costantemente i tuoi pensieri e comportamenti.

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Il DOC Aggressivo può essere anche classificato come una declinazione del dubbio patologico.

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Come riconoscere il DOC aggressivo

Il DOC aggressivo segue delle fasi riconoscibili:

  1. Pensiero intrusivo: Ti viene in mente un’immagine o un pensiero violento indesiderato.
  2. Angoscia: Provi orrore, disgusto e paura per aver avuto quel pensiero.
  3. Interpretazione catastrofica: “Se ho questi pensieri, allora sono pericoloso? Potrei farlo davvero?
  4. Compulsioni: Cerchi di neutralizzare il pensiero per rassicurarti di non essere pericoloso.

Le tentate soluzioni più comuni nel DOC aggressivo sono:

  • Evitare situazioni, persone o oggetti che potrebbero scatenare pensieri violenti (come coltelli, scale, essere soli con i propri cari, ecc.)
  • Tenere costantemente sotto controllo il proprio stato emotivo (“Mi sto arrabbiando? Sto perdendo il controllo?“)
  • Confessare ogni pensiero violento nel tentativo di ottenere rassicurazioni e ridurre l’angoscia (“Pensi che potrei fare del male a qualcuno?“)
  • Ruminazione e rimuginio (“Perché ho pensato questo? Potrei farlo davvero?“)

Perché il DOC aggressivo non vuol dire essere davvero violenti

Chi soffre di DOC aggressivo vive i pensieri violenti che sperimenta con profonda angoscia e sofferenza, perché li percepisce come egodistonici (termine che potremmo definire come “in contrasto con i bisogni e gli obiettivi dell’Io”). Infatti, anche se li ha da tempo, li sente come estranei e spiacevoli, e non ha mai agito in modo violento: piuttosto, tende a evitare con grande cautela tutte le situazioni che ritiene rischiose.

Marco (nome di fantasia) mi ha confessato: “Ci sono notti in cui non riesco a dormire. Penso che potrei soffocare la mia compagna nel sonno da un momento all’altro, proprio mentre dorme vicino a me. Allora vado in soggiorno, mi stendo sul divano. Non dormo lo stesso, ma almeno sono lontano da lei”.

Avere questo tipo di pensieri è spaventoso, è chiaro. Ma avere un pensiero non equivale a volerlo mettere in atto: c’è una differenza sostanziale con l’avere un comportamento realmente violento.

Chi sperimenta pensieri violenti a causa del DOC aggressivo ne è fortemente turbato, perché li sente del tutto contrari ai propri valori e all’immagine che ha di sé.
Se vuoi conoscere le cause dei pensieri ossessivi, leggi quest'articolo.

Il trattamento del DOC aggressivo nella terapia strategica

La buona notizia è che il DOC aggressivo risponde bene all’intervento psicologico. Un approccio che si è dimostrato molto efficace è quello strategico.

L’approccio strategico si concentra sulle tentate soluzioni, ovvero su quei comportamenti messi in atto per cercare sollievo che, invece, non fanno altro che alimentare il problema. Infatti, più cerchi di controllare o scacciare i pensieri intrusivi, più questi diventano invadenti. La terapia strategica rompe questo circolo vizioso grazie a interventi “paradossali” mirati a spezzare il meccanismo su cui si regge il disturbo.

Come scrive Giorgio Nardone nel suo libro Ossessioni, compulsioni, manie: “Il tradizionale approccio razionale non funziona con il DOC, perché le compulsioni non sono illogiche dal punto di vista di chi ne soffre”.

Strategie pratiche per affrontare il DOC aggressivo

Se ti riconosci nella descrizione fatta finora, puoi iniziare ad applicare alcune strategie:

  1. Riconosci che i pensieri non sono azioni: Questa consapevolezza è fondamentale. Avere un pensiero non significa che lo metterai in pratica. Sono solo pensieri, non fatti.
  2. Non cercare di scacciare i pensieri intrusivi: Può sembrare paradossale, ma più cerchi di non pensare a qualcosa, più ci penserai.
  3. Consulta un professionista: Il DOC aggressivo può essere paralizzante, ma non devi soffrire in silenzio. Chiedere aiuto a un professionista della salute mentale è un segno di forza, non di debolezza.

Conclusione

Il DOC aggressivo può farti sentire in trappola, terrorizzato dai tuoi stessi pensieri e sopraffatto dal senso di colpa. Ma ricorda: i pensieri violenti che sperimenti sono sintomi di un disturbo e non dicono nulla della persona che sei davvero.

Ricordi Marco? A un certo punto del percorso che abbiamo costruito insieme per imparare a fronteggiare il DOC aggressivo, è riuscito a descrivere il suo disturbo con grande lucidità: “A volte mi assalgono pensieri intrusivi così angoscianti da farmi sentire come se stessi impazzendo, divorato dal senso di colpa. Ma poi mi ricordo che sono solo pensieri. Pensieri che non mi rappresentano”.

Se stai affrontando questo tipo di DOC, conosco bene le difficoltà che stai vivendo. Puoi contattarmi senza impegno o prenotare una call gratuita conoscitiva in qualsiasi momento.

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FAQ sul DOC Aggressivo

  1. Come faccio a capire se ho il DOC o se sono davvero pericoloso?
    Chi soffre di DOC è terrorizzato dall’idea di poter fare del male e non ha mai avuto comportamenti violenti. Anzi, fa di tutto per evitare situazioni che ritiene “a rischio”. Il fatto che i tuoi pensieri ti causino angoscia indica che non rispecchiano i tuoi veri valori.
  2. Perché ho iniziato ad avere questi pensieri?
    Molte persone hanno pensieri intrusivi, non soltanto chi ha il DOC. Nel disturbo ossessivo-compulsivo, però, questi pensieri diventano invalidanti a causa del tentativo di controllo che viene messo in pratica, generando un ciclo ossessivo. Solitamente i pensieri intrusivi si presentano con maggiore frequenza durante periodi di stress o in seguito a esperienze attivanti.
  3. Devo parlare con qualcuno dei miei pensieri?
    Rivolgersi a un professionista della salute mentale è sempre una buona idea: posso aiutarti a riconoscere se questi pensieri sono sintomi di un disturbo, piuttosto che intenzioni concrete di agire in modo violento. Invece, parlarne continuamente con familiari o amici non è una soluzione, anzi potrebbe peggiorare il disturbo.
  4. Si può guarire dal DOC aggressivo?
    Sì, con il giusto lavoro, si può guarire dal DOC aggressivo.

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maurizio iengo psicologo

Maurizio Iengo

Psicologo, formatore e consulente. Membro dell'American Psychological Association. Da anni studio e pratico l'ipnosi, oltre ad essere formato nella tecnica EMDR - lo strumento più scientificamente validato per il lavoro sul trauma. Collaboro con Psicohelp, uno dei maggiori portali di terapia di coppia in Italia. Ho un master in Terapia e Clinica del Legame di Coppia e sono autore di vari libri, tra cui "Tornare a Vivere", "il Salvacoppie", "La Trappola della Felicità".

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