- Che cos'è il Disturbo da Accumulo?
- I criteri diagnostici del DSM-5
- I sintomi del Disturbo da Accumulo
- Le cause del Disturbo da Accumulo
- Disturbo da Accumulo e Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): differenze e similitudini
- Similitudini tra Disturbo da Accumulo e DOC
- Terapia e Trattamenti Efficaci per il Disturbo da Accumulo
- Come aiutare un familiare con Disturbo da Accumulo
- Strategie pratiche per affrontare il Disturbo da Accumulo
- Conclusione
- FAQ – Domande Frequenti sul Disturbo da Accumulo
Vivi in una casa che non ti accoglie più, perché ogni spazio vitale è occupato da oggetti. Forse sono giornali vecchi, pacchetti di sigarette vuoti o vestiti che non indossi da anni. Non riesci a separarti da nulla, anche se sai che molti di questi oggetti sono inutili. Ogni volta che tenti di liberartene, senti una profonda angoscia, come se stessi per perdere qualcosa di fondamentale. Se senti tua questa descrizione, potresti soffrire di disturbo da accumulo, o disposofobia — un termine che deriva dall’inglese to dispose, “gettare via”, e dal greco phóbos, “paura”. Si tratta, infatti, della “paura di buttare“, e chi ne soffre non riesce a lasciar andare nulla, per timore di perdere qualcosa di importante o di cui potrebbe aver bisogno in futuro.
In questo articolo esploreremo il funzionamento del disturbo da accumulo, come riconoscerlo e, soprattutto, come liberarsene. Vedremo come la psicologia possa aiutarti a riappropriarti del tuo spazio fisico e mentale.
Che cos’è il Disturbo da Accumulo?
Il disturbo da accumulo è una forte difficoltà a separarsi dagli oggetti, indipendentemente dal loro valore reale. Questi oggetti si accumulano in quantità tali da compromettere l’uso degli spazi vitali, rendendo difficile o impossibile svolgere attività quotidiane come cucinare, dormire o persino camminare liberamente per casa. Il disordine diventa così opprimente che non solo soffoca fisicamente chi ne è colpito, ma lo isola dal resto del mondo.
Chi soffre di questo disturbo spesso giustifica il proprio comportamento con pensieri del tipo: “Un giorno o l’altro potrebbe servire“. Questo crea una spirale di accumulo che si autoalimenta, perché ogni oggetto viene percepito come potenzialmente utile, anche se, nella pratica, raramente lo sarà. Molti accumulano oggetti con l’idea di mantenere un senso di controllo o di sicurezza, che alla fine diventa un ostacolo al vivere bene.
I criteri diagnostici del DSM-5
Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), il disturbo da accumulo è classificato come una condizione clinica a sé stante, separata dal Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) anche se talvolta è presente proprio insieme al DOC.
È caratterizzato da [1]:
- Difficoltà persistente a scartare o separarsi dai beni, indipendentemente dal loro effettivo valore.
- Questa difficoltà è dovuta a un bisogno percepito di conservare gli oggetti e al disagio associato al gettarli via.
- La difficoltà a scartare oggetti porta a un accumulo che congestiona e ingombra le aree vitali, compromettendone significativamente l’uso previsto. Se le aree vitali non sono ingombrate, è solo grazie all’intervento di terze parti (es. familiari, addetti alle pulizie o autorità).
- L’accumulo provoca disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della vita (incluso il mantenimento di un ambiente sicuro per sé stessi o per gli altri).
- L’accumulo non è attribuibile a un’altra condizione medica (es. lesioni cerebrali, malattia cerebrovascolare, sindrome di Prader-Willi).
- L’accumulo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale (es. ossessioni nel disturbo ossessivo-compulsivo, riduzione dell’energia nel disturbo depressivo maggiore, deliri nella schizofrenia o in altri disturbi psicotici, deficit cognitivi nel disturbo neurocognitivo maggiore, interessi ristretti nel disturbo dello spettro autistico).
- Specificare se:
- Con acquisizione eccessiva: Se la difficoltà a scartare oggetti è accompagnata da un’acquisizione eccessiva di oggetti non necessari o per i quali non c’è spazio disponibile. (Circa l’80-90% degli individui con disturbo da accumulo presenta questa caratteristica).
- Specificare se:
- Con buon o discreto insight: L’individuo riconosce che le convinzioni e i comportamenti legati all’accumulo (difficoltà a scartare oggetti, disordine o acquisizione eccessiva) sono problematici.
- Con scarso insight: L’individuo è per lo più convinto che le convinzioni e i comportamenti legati all’accumulo non siano problematici, nonostante l’evidenza contraria.
- Con insight assente/convinzioni deliranti: L’individuo è completamente convinto che le convinzioni e i comportamenti legati all’accumulo non siano problematici, nonostante l’evidenza contraria.
I sintomi del Disturbo da Accumulo
Difficoltà a scartare gli oggetti
Uno dei sintomi più evidenti è l’incapacità di gettare via qualsiasi cosa, anche oggetti apparentemente insignificanti come vecchi giornali o confezioni vuote. Questo comportamento è alimentato dalla paura che un giorno l’oggetto potrebbe servire, un pensiero ossessivo che rende impossibile liberarsi del disordine.
Accumulo compulsivo
Gli oggetti vengono accumulati senza un criterio logico o funzionale. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a raccogliere e conservare tutto, dal cibo scaduto a vecchie ricevute. Le stanze vengono completamente invase dagli oggetti, fino a rendere impossibile svolgere normali attività come dormire, cucinare o socializzare.
Forte legame emotivo con gli oggetti
Per molte persone affette da disturbo da accumulo, gli oggetti diventano una sorta di estensione del sé. Questo legame emotivo rende particolarmente doloroso separarsi dalle cose, poiché l’atto di gettarle via è vissuto come una perdita personale o una privazione di sicurezza.
Impatto sulla funzionalità quotidiana
Con il passare del tempo, l’accumulo rende la casa inabitabile. Le stanze vengono utilizzate per scopi diversi da quelli per cui sono state progettate, e spesso le persone devono vivere in spazi ristretti e disorganizzati. Questo compromette non solo la funzionalità fisica della casa, ma anche la salute mentale della persona, che si sente soffocata dal caos.
Isolamento sociale
La vergogna per il disordine e il desiderio di nasconderlo portano chi soffre di disturbo da accumulo a isolarsi socialmente. Non invitare persone a casa, evitare interazioni sociali e relazioni interpersonali sono comportamenti comuni. Questo isolamento aggrava ulteriormente il problema, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Le cause del Disturbo da Accumulo
Le origini del disturbo da accumulo sono complesse e multifattoriali. Non esiste una singola causa, ma una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.
Fattori genetici
La ricerca ha dimostrato che esiste una componente genetica nel disturbo da accumulo. Spesso, chi soffre di questo disturbo ha parenti che presentano lo stesso problema. Studi suggeriscono che ci siano varianti genetiche che influenzano il comportamento di accumulo, rendendo alcune persone più predisposte a trattenere oggetti.
Fattori ambientali
Eventi traumatici o situazioni di forte stress possono innescare o aggravare il disturbo. La perdita di una persona cara, un divorzio, o difficoltà economiche possono spingere una persona a trattenere oggetti come meccanismo di controllo e sicurezza. L’accumulo diventa una risposta compensatoria alla perdita, un modo per cercare di riempire il vuoto emotivo.
Fattori psicologici
A livello psicologico, molte persone che soffrono di disturbo da accumulo presentano problemi legati alla gestione delle emozioni e alla presa di decisioni. L’ansia e la paura di sbagliare rendono difficile separarsi dagli oggetti, mentre il bisogno di trattenere tutto rappresenta un tentativo di evitare il dolore della perdita o dell’incertezza.
Disturbo da Accumulo e Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): differenze e similitudini
Il disturbo da accumulo (disposofobia) e il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) sono spesso collegati, ma presentano differenze fondamentali. Nonostante condividano alcuni tratti simili, ciascuno di questi disturbi ha caratteristiche proprie che li rendono distinti. Vediamo in che modo si distinguono e quali sono i punti in comune.
Motivazioni e schemi di pensiero
- Disturbo da accumulo: Le persone affette da disturbo da accumulo provano sensazioni di piacere o sicurezza nel trattenere oggetti. Spesso percepiscono i beni come essenziali per il proprio benessere o per un senso di comfort.
- DOC: Al contrario, le persone con DOC considerano le loro ossessioni come pensieri intrusivi e sgradevoli, che causano forte ansia. Le compulsioni, quindi, servono per alleviare temporaneamente il disagio provocato da questi pensieri.
Attaccamento emotivo agli oggetti
- Disturbo da accumulo: Chi soffre di questo disturbo forma legami emotivi profondi con i propri oggetti, attribuendo loro un significato personale o affettivo. Gli oggetti possono essere visti come estensioni del sé.
- DOC: Nel DOC, sebbene vi possa essere la necessità di conservare o organizzare determinati oggetti, questi non hanno lo stesso valore emotivo profondo che caratterizza l’accumulo. Gli oggetti sono utilizzati più come strumenti per gestire l’ansia.
Consapevolezza del problema
- Disturbo da accumulo: Spesso, chi accumula oggetti ha una limitata consapevolezza del problema. Possono non riconoscere che il loro comportamento è problematico e talvolta lo considerano persino utile o normale.
- DOC: La maggior parte delle persone con DOC riconosce che le loro ossessioni e compulsioni sono eccessive o irrazionali, anche se possono avere difficoltà a controllarle. Tuttavia, il livello di consapevolezza varia a seconda del caso.
Tipologia degli oggetti
- Disturbo da accumulo: Gli oggetti accumulati possono appartenere a categorie molto diverse e non seguire un tema specifico. L’accumulo è spesso generalizzato e apparentemente senza logica.
- DOC: Quando il DOC comporta il collezionare o conservare oggetti, di solito si tratta di categorie specifiche legate alle ossessioni della persona, come oggetti legati a paure di contaminazione o simmetria.
Similitudini tra Disturbo da Accumulo e DOC
Nonostante le loro differenze, ci sono alcuni aspetti che accumulo e DOC condividono:
Ansia come base comune
Entrambi i disturbi sono fortemente legati all’ansia. Nel disturbo da accumulo, l’ansia è legata all’idea di dover scartare gli oggetti, mentre nel DOC è tipicamente connessa a specifiche ossessioni o paure.
Difficoltà a prendere decisioni
Sia chi soffre di accumulo sia chi soffre di DOC ha spesso problemi nel prendere decisioni, in particolare quando si tratta di eliminare oggetti o resistere a compulsioni. Questa indecisione rafforza il circolo vizioso del disordine o delle compulsioni.
Impatto sulla vita quotidiana
Sia l’accumulo che il DOC possono compromettere notevolmente la vita quotidiana, influenzando la capacità di lavorare, mantenere relazioni sociali e vivere serenamente. L’isolamento è una conseguenza comune di entrambi i disturbi.
Possibilità di coesistenza (comorbilità)
Sebbene il disturbo da accumulo e il DOC siano condizioni distinte, possono coesistere. In alcuni casi, le persone con DOC possono sviluppare sintomi di accumulo, specialmente se le loro ossessioni riguardano la contaminazione o la necessità di mantenere un senso di completezza.
Terapia e Trattamenti Efficaci per il Disturbo da Accumulo
Affrontare il disturbo da accumulo richiede un approccio terapeutico strutturato e personalizzato. La buona notizia è che ci sono diversi interventi efficaci che possono aiutarti a ritrovare il controllo della tua vita.
Terapia strategica
Nel suo libro “Ossessioni, compulsioni, manie: Capirle e sconfiggerle in tempi brevi”, Nardone descrive un approccio per affrontare il disturbo da accumulo, basato sulla terapia strategica. Questo approccio si focalizza su interventi specifici e personalizzati per cambiare rapidamente i comportamenti disfunzionali. Un caso emblematico trattato da Nardone riguarda un uomo che aveva accumulato per anni giornali e riviste, riempiendo la casa al punto da renderla quasi inabitabile. Attraverso una tecnica di “riordino strategico”, il paziente venne incoraggiato a classificare e archiviare i suoi giornali come in una biblioteca. Questo intervento non solo gli permise di organizzare il caos, ma lo aiutò a superare l’impulso di continuare ad accumulare. Questa tecnica, che sfrutta la logica del disturbo stesso per interromperne il ciclo, ha mostrato risultati sorprendenti in tempi brevi.
Interventi familiari
Oltre alla terapia individuale, il supporto familiare gioca un ruolo fondamentale nel trattamento del disturbo da accumulo. Coinvolgere la famiglia o persone care può aiutarti a sentirti meno solo e a rendere il percorso di guarigione più sostenibile. A volte, interventi familiari strutturati, in cui vengono impartite tecniche per gestire il disturbo, sono essenziali per sostenere chi ne soffre.
Come aiutare un familiare con Disturbo da Accumulo
Se un tuo familiare soffre di disturbo da accumulo, è importante affrontare la situazione con comprensione. La persona non accumula oggetti per pigrizia o disinteresse, ma perché è bloccata in un ciclo di pensieri e ansie difficili da superare. Ecco alcune strategie utili per offrire il giusto sostegno:
- Evita di giudicare: La critica o il giudizio possono peggiorare il problema. Invece di commentare negativamente l’accumulo o il disordine, cerca di comprendere cosa sta dietro a questi comportamenti e mostra empatia.
- Offri supporto senza forzare: Anche se potresti essere tentato di pulire la casa per conto del tuo familiare, questo approccio potrebbe generare ansia e resistenza. È meglio incoraggiare la persona a prendere piccole decisioni, aiutandola gradualmente nel processo di riordino.
- Coinvolgi un professionista: Il disturbo da accumulo richiede un trattamento specialistico. Offri al tuo familiare la possibilità di parlare con un professionista.
- Sii paziente: Il cambiamento richiede tempo, e forzare o accelerare il processo può creare stress. Aiuta il tuo familiare a fissare piccoli obiettivi raggiungibili, sostenendolo nel suo percorso verso un ambiente più ordinato e funzionale.
Strategie pratiche per affrontare il Disturbo da Accumulo
Oltre alla terapia, ci sono alcune strategie che puoi applicare fin da subito per iniziare a liberarti del disordine:
- Classifica gli oggetti, categorizzandoli e riordinandoli. Puoi ordinarli per data di acquisizione, colore, funzione. L’importante è essere coerente.
- Inizia da un’area piccola: Non cercare di riordinare tutta la casa in un colpo solo. Inizia da una piccola area, come un cassetto o una mensola, e affrontala un po’ alla volta. Questo ti aiuterà a non sentirti sopraffatto.
- Poni domande su ogni oggetto: Ogni volta che prendi in mano un oggetto, chiediti: “Aggiunge valore alla mia vita?”. Se la risposta è no, è probabile che sia il momento di liberartene.
- Coinvolgi una persona di fiducia: Avere qualcuno accanto può aiutarti a prendere decisioni più facilmente. A volte, un parere esterno è ciò che serve per vedere le cose con più chiarezza.
- Crea un piano di decluttering graduale: Pianifica sessioni di decluttering quotidiane o settimanali, ma senza esagerare. Anche solo 15-30 minuti al giorno possono fare una grande differenza.
Conclusione
Il disturbo da accumulo è una condizione psicologica complessa, ma non insormontabile. Con l’aiuto della terapia e di strategie pratiche, è possibile liberarsi dall’accumulo e ritrovare una vita più serena e funzionale. Se ti senti soffocato dal disordine e dalla difficoltà a separarti dagli oggetti, non esitare a cercare aiuto: ci sono soluzioni efficaci che possono fare la differenza. La strada verso la guarigione potrebbe essere più breve di quanto pensi.
Se stai cercando uno psicologo, puoi prenotare una call gratuita e valuteremo se posso aiutarti.
FAQ – Domande Frequenti sul Disturbo da Accumulo
Il disturbo da accumulo è lo stesso del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)?
No, il disturbo da accumulo è una condizione clinica distinta dal DOC. Sebbene condividano alcune caratteristiche, come l’ansia e i pensieri intrusivi, il disturbo da accumulo ha caratteristiche specifiche legate alla difficoltà di separarsi dagli oggetti. Il DSM-5 lo classifica come un disturbo a sé stante, separato dal DOC.
Quali sono le principali cause del disturbo da accumulo?
Il disturbo da accumulo è causato da una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Eventi traumatici, perdita di controllo e difficoltà a prendere decisioni sono spesso fattori scatenanti. La paura di gettare oggetti e la percezione che ogni cosa possa essere utile in futuro contribuiscono all’accumulo eccessivo.
Come faccio a capire se una persona soffre di disturbo da accumulo?
I segnali principali includono l’incapacità di gettare via oggetti, anche se inutili, l’accumulo eccessivo che compromette l’uso degli spazi abitativi e l’isolamento sociale. Se la persona tende a evitare di far entrare altre persone in casa per vergogna o se vive in un ambiente fortemente disordinato, potrebbe soffrire di questo disturbo.
La terapia può risolvere il disturbo da accumulo?
Sì, la terapia può essere molto efficace. Approcci come la terapia strategica hanno dimostrato di aiutare le persone a cambiare i pensieri disfunzionali legati all’accumulo e a ridurre la difficoltà di separarsi dagli oggetti. Con l’approccio giusto, molte persone vedono miglioramenti significativi.
Come posso iniziare a ridurre il disordine se soffro di disturbo da accumulo?
Inizia con piccole aree della tua casa e procedi gradualmente. Chiediti se ogni oggetto ha un reale valore o utilità. Coinvolgere una persona di fiducia o un professionista può aiutarti a prendere decisioni con maggiore serenità.