- Ma prima: perché di quest’articolo capirai solo ciò che vorrai capire?
- La morale del tradimento
- Perché il tradimento è giusto?
- Perché il tradimento è sbagliato?
- Haidt: dall’intuizione al giudizio morale
- Perché il tradimento è giusto per i traditori e sbagliato per i traditi?
- Perdonare o no un tradimento?
- Capire il tradimento
- Altri articoli sul tradimento
Come psicologo che si occupa di tradimenti, mi capita quotidianamente di affrontare questo dilemma morale: tradire è giusto o sbagliato? In quest’articolo, ti parlerò delle mie conclusioni su quest’argomento…
Ma prima: perché di quest’articolo capirai solo ciò che vorrai capire?
Leggerai queste righe convinto di essere aperto a nuove prospettive, ma la realtà è che il tuo cervello sta già filtrando ogni parola in base a quello che vuole trovare. Si chiama bias di conferma: tutti noi selezioniamo le informazioni che rafforzano le nostre convinzioni e ignoriamo quelle che le mettono in discussione.
Se sei stato tradito, probabilmente capirai che tradire è un atto spregevole, assolutamente da condannare.
Se hai tradito, il messaggio che riceverai sarà che, tutto sommato, il tradimento è giusto.
In altre parole, leggere non è un atto neutro, ma di conferma delle proprie convinzioni pre-esistenti.
Quindi se vuoi davvero leggere qualcosa che possa darti nuovi spunti, devi fare uno sforzo attivo per metterti nella posizione di critico di te stesso. Lo so, è difficile. Ma tieni ben presente questo meccanismo, e prima di continuare, chiediti:
- Sono in una situazione che mi spinge a pensarla in un modo o nell’altro?
- Per me il tradimento è giusto o sbagliato?
- Cos’è, di quello che sto leggendo, che potrebbe implicare il contrario?
…e impegnati a fare più attenzione a ciò che disconferma la tua idea iniziale.
La morale del tradimento
L’idea che la morale sia un insieme di regole fisse e immutabili si scontra spesso con la complessità dei nostri comportamenti, soprattutto quando parliamo di tradimento. Il tradimento non è solo una violazione della fiducia; è un evento carico di implicazioni morali e psicologiche che scuotono le nostre convinzioni più profonde. In questo articolo parlerò del tradimento alla luce della filosofia morale e della psicologia, con particolare riferimento alle teorie di Jonathan Haidt. Il riferimento principale sarà quello del suo libro Menti Tribali che, a proposito, ti consiglio di leggere!
Alcune delle domande a cui cercherò di rispondere, riguardano come le intuizioni morali guidano i nostri giudizi e perché il tradimento scatena reazioni emotive così intense, offrendo spunti per una comprensione più profonda dei conflitti morali che viviamo.
Ovviamente, come tutte le domande di natura filosofica, non sarò in grado di rispondere in modo assoluto. Né vorrei: l’autodeterminazione è figlia della libertà. Di decidere cosa fare, ma soprattutto cosa pensare.
Spero solo che la lettura possa darti degli spunti per riflettere sull’aspetto più affascinante del tradimento: la sua contraddizione.

Sai che puoi scaricare gratuitamente le prime 60 pagine del mio libro Psicologia del Tradimento?
Parlo del perché tradiamo, di quali sono i suoi effetti e di come superarlo secondo la scienza.
Perché il tradimento è giusto?
Il tradimento, in tutte le sue forme, mette in discussione il concetto stesso di lealtà, fiducia e integrità. Quando una persona tradisce, infrange non solo un patto implicito o esplicito, ma anche le aspettative morali che la società e la nostra “società interiorizzata” ci impongono. Questa violazione ci costringe a riconsiderare il valore della fiducia e il significato delle relazioni.
Eppure, per chi tradisce, a volte il tradimento appare “giusto” o addirittura necessario. Non sempre è un problema. Sotto un certo aspetto, il tradimento fa male solo se viene scoperto. Se rimane segreto, può persino diventare il collante che tiene in piedi una relazione ufficiale. Per quanto scomodo sia ammetterlo, l’infedeltà può salvare coppie che altrimenti si spezzerebbero sotto il peso della routine, della noia, dell’inevitabile erosione del desiderio.
Non tutte le persone tradiscono per lasciare il partner. Alcune tradiscono proprio per restare. Un amante può diventare un’ancora di salvezza, una valvola di sfogo che permette di vivere meglio la relazione principale. Il paradosso è che molti traditori tornano a casa più sereni, più pazienti, persino più affettuosi, perché hanno trovato fuori ciò che non riuscivano più a sentire dentro.
Da questa prospettiva, il tradimento può rivelarsi un atto di volontà che rimette al centro la ricerca di vitalità personale. In una chiave nietzschiana, potremmo addirittura considerarlo come un’espressione di volontà di potenza: una spinta a riaffermare la propria individualità e la propria energia vitale, soprattutto quando la relazione principale sembra spegnere desideri e possibilità.
Prospettive biologiche e psicologiche del tradimento
Spesso, la nostra cultura da un lato esalta la monogamia come valore assoluto, dall’altro ci mostra costantemente scenari di infedeltà. È una contraddizione. L’idea che il tradimento sia sempre un errore parte dal presupposto che la monogamia sia l’unico modello valido. Ma se invece fosse solo una narrazione culturale che non si adatta a tutti?
Non a caso, la monogamia viene spesso vista come una privazione. Da un punto di vista evolutivo, infatti, la nostra natura potrebbe spingerci a moltiplicare le possibilità riproduttive. Ciò non significa che l’uomo sia “programmato” per tradire, ma che la spinta a cercare nuovi partner non è un’invenzione moderna. Al contrario, è un istinto profondamente radicato. È interessare notare, ad esempio, che le probabilità di tradire siano anche collegate ai livelli ormonali.
Da qui si comprende come, in certe situazioni, il tradimento venga vissuto come un atto di autenticità più che di inganno. Non perché sia giusto mentire, ma perché non sempre le strutture sociali lasciano spazio all’onestà. Si tradisce quando ci si sente intrappolati in ruoli che non ci appartengono più, quando il desiderio di libertà diventa più forte della paura di ferire. Per alcuni, tradire è un modo per riconquistare il controllo della propria vita o per scrollarsi di dosso la frustrazione data dalla noia. O dal sentirsi ingabbiati.

Il tradimento, in certi casi, compensa la necessità di eccitazione nella quotidianità della vita di coppia, specialmente se di lunga data e con figli. Quando ci sono figli, spesso i partner quasi si ignorano, perché tutto ruota attorno a loro. La relazione finisce sullo sfondo: ci si sente poco considerati, poco desiderati, e si cerca altrove quell’adrenalina che un tempo era presente all’interno della coppia.
Inoltre, il tradimento non è solo sesso. Anche nelle coppie aperte – dove il sesso con altri partner non è un tabù – si può tradire. Ciò che si cerca, spesso, è la sensazione di unicità, di novità, di riscoperta di sé. Quell’eccitazione che fa sentire vivi.
Da un punto di vista psicologico, potremmo perfino definirci “emotivamente bulimici”: abbiamo bisogno di sensazioni forti, di emozioni, e più ne proviamo, più ne vogliamo. Il tradimento, da questo punto di vista, diventa una sorta di “dipendenza da stimoli” che si manifesta quando la relazione ufficiale non basta più a saziare il nostro appetito emotivo.

Sai che ho un podcast che parla del tradimento? Ci trovi diversi contenuti che ti aiuteranno a navigare più facilmente le acque difficili in cui, forse, ti trovi proprio in questo momento.
Buon ascolto!
Perché il tradimento è sbagliato?
D’altra parte, potremmo affermare che il tradimento è sbagliato perché mina la fiducia, e senza fiducia l’amore diventa un terreno arido. Tradire significa ingannare, e l’inganno non è mai un atto neutro: è una violazione implicita di un accordo, che sia esplicito o meno. Chi tradisce spesso si racconta che non sta facendo nulla di male se il partner non lo scopre, ma il problema non è solo la scoperta: è la rottura invisibile che si crea dentro la relazione, anche prima che l’altro sappia. Il tradimento introduce segreti, distanza, una doppia vita che inevitabilmente consuma l’intimità autentica.
Più che il sesso, è la menzogna a ferire. È il rendersi conto che chi amiamo è stato capace di guardarci negli occhi mentre costruiva una realtà parallela. Questo trasforma il partner in uno spettatore inconsapevole della propria vita e, nel lungo periodo, erode il senso stesso della relazione.
Biologia, psicologia e filosofia
Da un punto di vista evolutivo, la certezza della paternità è cruciale per l’investimento genitoriale e la fedeltà garantisce che le risorse vengano effettivamente destinate ai propri figli (Buss, 1994). La cooperazione e la stabilità della coppia migliorano le probabilità di sopravvivenza della prole. Il tradimento rompe questo patto, generando incertezza sulla discendenza, minore coesione familiare e instabilità relazionale, ragioni per cui dal punto di vista biologico risulta “sbagliato”.
Da un punto di vista filosofico, tradire significa anche utilizzare l’altro come mezzo per il proprio soddisfacimento, infrangendo un principio che filosofi come Kant hanno considerato fondamentale: l’idea che l’altro vada sempre trattato come un fine, mai come un semplice strumento. In una prospettiva kantiana, l’inganno viola la dignità reciproca su cui si basa il patto relazionale.
La concezione dell’agire comunicativo di Jürgen Habermas pone al centro della vita sociale la sincerità e la reciprocità come condizioni imprescindibili per un dialogo autentico: in quest’ottica, il tradimento rappresenta una violazione del patto comunicativo, infrangendo la fiducia su cui si fonda l’interazione morale.
John Gottman, dal punto di vista della psicologia di coppia, considera la fiducia il pilastro che sostiene l’intero rapporto: tradire significa dunque scardinare la base della relazione, generando ferite profonde e difficoltà che spesso risultano insanabili.
Susan Johnson, con la sua Terapia Focalizzata sulle Emozioni (EFT), evidenzia invece l’importanza di un solido senso di sicurezza emotiva fra i partner: quando avviene il tradimento, questa sicurezza viene minata alla radice, ostacolando la possibilità di intimità e sostegno reciproco.
In tutti i casi, il tradimento non è semplicemente “sbagliato” per questioni di norma o di costume, ma perché distrugge l’infrastruttura relazionale stessa—quella rete di comunicazione autentica, fiducia profonda e sintonizzazione emotiva che rende possibili rapporti umani significativi.
È un atto che, pur nascendo dal desiderio di riscoprire se stessi o di sfuggire alla noia, ignora la responsabilità di prendersi cura dell’altro e del legame che si è costruito. E, guardandolo dalla prospettiva più ampia, rompe sia il contratto sociale implicito di lealtà sia il patto emotivo che permette a due persone di crescere insieme, contribuendo a creare sfiducia e sofferenza durature.
Haidt: dall’intuizione al giudizio morale
Il libro Menti Tribali di Jonathan Haidt ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo la morale e, di conseguenza, il modo in cui interpretiamo fenomeni come il tradimento. Haidt racconta il proprio percorso di ricerca, partendo dalle teorie di Lawrence Kohlberg, che vedevano la morale come il risultato di un ragionamento logico e progressivo. Tuttavia, Haidt ha scoperto che la nostra mente agisce in modo molto più immediato e intuitivo.
Dalla logica all’intuizione
Inizialmente influenzato dal modello razionalista di Kohlberg, Haidt si rese conto che le risposte morali delle persone non potevano essere spiegate soltanto attraverso il ragionamento. Studi interculturali condotti in Brasile lo portarono a osservare che le risposte ai dilemmi morali variano enormemente da una cultura all’altra. Le persone reagiscono in modo istintivo, e queste intuizioni morali appaiono prima del pensiero analitico.
Haidt si ispirò a David Hume, che sosteneva che le emozioni e i sentimenti sono i veri motori del giudizio morale. Questo approccio intuizionista fu ulteriormente confermato da esperimenti innovativi, come quello che coinvolgeva l’uso dell’ipnosi per indurre una reazione di disgusto in risposta a stimoli neutri. Questi studi dimostrarono che le intuizioni – come il disgusto – possono influenzare il giudizio morale in maniera automatica e inconscia.
La metafora dell’elefante e del portatore
Per rendere chiaro il dualismo tra intuizione e ragionamento, Haidt utilizza la metafora dell’elefante e del portatore. In questa metafora, l’elefante rappresenta la parte intuitiva e istintiva della nostra mente, mentre il portatore incarna la ragione. Quando viene scoperto un tradimento, è l’elefante a reagire per primo con una forte carica emotiva – disgusto, rabbia, dolore – e solo dopo il portatore cerca di giustificare quella reazione con argomentazioni razionali.

Siamo davvero schiavi delle nostre intuizioni?
Un esperimento condotto su un caso immaginario – quello di Julie e Mark, fratello e sorella che hanno avuto un rapporto sessuale consensuale e protetto durante una vacanza – offre spunti interessanti. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno dove dovevano esprimere immediatamente il loro giudizio morale, e un altro dove era previsto un’attesa di due minuti prima della risposta.
Nel gruppo a risposta immediata, i giudizi sono stati fortemente influenzati dalle reazioni emotive: molti hanno condannato l’azione dei fratelli basandosi su un lampo intuitivo di “sbagliato”, senza riuscire a formulare argomentazioni razionali. Invece, chi ha dovuto aspettare due minuti ha avuto modo di attenuare quella risposta istintiva. In alcuni casi, questo periodo di riflessione ha portato a giustificare ulteriormente l’atto negativo, mentre in altri ha reso i partecipanti più tolleranti, se hanno elaborato argomentazioni convincenti.
Questo esperimento integra perfettamente il modello intuizionista sociale di Haidt, secondo il quale le nostre intuizioni, forti e immediate, guidano il giudizio morale, mentre il ragionamento agisce in seguito per giustificarle o, in misura minore, per modificarle. In pratica, il “portatore” (la ragione) dialoga con l’“elefante” (l’intuizione) quando gli viene concesso del tempo per farlo. Tuttavia, questo ragionamento non è sempre obiettivo; spesso, esso viene impiegato per rafforzare le nostre prime impressioni.
Perché il tradimento è giusto per i traditori e sbagliato per i traditi?
Finora abbiamo visto tanti motivi razionali a sostegno del fatto che il tradimento sia giusto e altrettanti a sostegno del contrario. A questo punto, proviamo a fare un po’ di speculazione: cosa direbbe Haidt del tradimento? Perché le argomentazioni razionali non servono a nulla, se non a confermare quanto già sentiamo giusto?
Molti miei pazienti che si trovano a tradire, mi raccontano: “Non avrei mai pensato di tradire. Per me era una cosa sbagliata. Eppure eccomi qui…“.
Ecco, possiamo immaginare che nel momento in cui tradiamo, proviamo un’eccitazione e un piacere tale da farci considerare giusto quell’atto. Insomma: l’elefante, la parte che segue l’istinto, è trascinata dal piacere. E quindi ci fa sentire come giusto ciò che ci fa stare così bene. In modo inconscio, questo sentire si trasforma in una serie di giustificazioni razionali che confermano questo sentire. E quindi pensiamo a quelle argomentazioni a cui mi riferivo prima: “In fondo non faccio del male a nessuno finché non vengo scoperto”, “non siamo fatti per essere monogami”, “in fondo il partner non mi dà determinate cose”, eccetera eccetera. In più, è interessante notare come le persone che tradiscono tendano a squalificare il partner giustificando il tradimento incolpando il partner. Questo ci racconta ancora una volta, di quanto siano volubili le nostre convinzioni.
Allo stesso modo, per chi viene tradito è normale sentire il tradimento come sbagliato. Oltre ad essere tendenzialmente inaccettabile in termini sociali, rappresenta una grossa ferita che squarcia la relazione. Anche qui, la parte razionale difficilmente considererà tutte le motivazioni logiche che potrebbero giustificare il partner. Anzi: raccoglierà tutte le ragioni per cui il tradimento è un atto sbagliato, da condannare senza se e senza ma.
Perdonare o no un tradimento?
Quando subiamo un tradimento, ci troviamo di fronte a una scelta difficile: perdonare o allontanare. Questa scelta non è semplicemente una questione di ragionamento logico; è una battaglia tra emozioni contrastanti. Da un lato, c’è il dolore e la rabbia che spingono all’allontanarsi. Dall’altro, c’è il desiderio di perdonare, di voler credere di poter stare insieme con amore e fiducia rinnovati.
Il perdono non significa necessariamente giustificare il tradimento, ma piuttosto liberarsi dal peso emotivo che lo accompagna. Per riuscire ad andare avanti, non bisogna abbandonare le proprie convinzioni, ma riuscire a vedere anche quelle dell’altro. E per farlo bisogna, come nell’esperimento dei due fratelli, prendersi tempo per individuare le ragioni razionali che ci aiutano a comprendere perché l’altro ha fatto quel gesto.
Uno dei motivi per cui mi occupo di tradimenti, è perché sono un fenomeno estremamente interessante e contraddittorio.
La contraddizione fondamentale
La contraddizione fondamentale del tradimento ancora più complesso è che da un lato, la società ci trasmette l’ideale della monogamia, dall’altro, la nostra spinta evolutiva ci porterebbe a desiderare più partner, o comunque a esplorare più possibilità. Allo stesso tempo, la monogamia ha avuto un ruolo storico nel garantire la certezza della discendenza e la stabilità familiare. Dall’altra parte ancora, la libertà sessuale (anche con più partner) è sia una conquista recente, che abbiamo lottato tanto per avere, sia un’espressione della propria volontà di potenza. Insomma… come si conciliano questi elementi?
Da una parte, l’istinto (o, più propriamente, il desiderio di novità e moltiplicazione delle possibilità riproduttive) può spingere a guardare altrove. Dall’altra, la società – e spesso la nostra stessa famiglia – ci trasmette l’idea che la fedeltà sia la base di ogni relazione stabile. Ed è proprio la società che ci dà le regole che sentiamo giuste, e che il nostro elefante tende a seguire.
Ed ecco quindi che perdiamo la bussola. Incerti, anche quando non viviamo il tradimento in prima persona, su cosa sia giusto e sbagliato.
Capire il tradimento
Il tradimento, pur essendo una fonte di dolore e disorientamento, può anche rappresentare un’opportunità per una profonda crescita personale e morale. Secondo Haidt, i nostri giudizi morali sono guidati da intuizioni ed emozioni che precedono il ragionamento. Comprendere questo meccanismo ci permette di affrontare il tradimento non solo come un atto in sé, ma come un fenomeno complesso che coinvolge dinamiche inconsapevoli che ci spingono ad agire anche fuori dai confini che ritenevamo possibili.
Accettare la natura ambivalente del tradimento significa abbracciare la propria vulnerabilità e riconoscere che la nostra capacità di perdonare e ricostruire la fiducia può essere anch’esso un valore. L’amore e la lealtà non sono punti d’arrivo, ma punti cardinali che perseguiamo ogni giorno, attraverso scelte consapevoli e l’impegno a mantenere viva la connessione con il partner.
Scegliere di vedere il tradimento non come una fine, ma come un momento di trasformazione, può aprire la strada a una nuova relazione. Più ricca e soddisfacente di prima, in cui le coppie possono dirsi: “Meno male che è successo!”. So che sembra strano, ma capita più spesso di quanto pensi.
In conclusione, non so se il tradimento è giusto o sbagliato. Perché non c’è una risposta univoca. Esistono tante risposte quante persone pensanti esistono sulla Terra. Eppure, una cosa da dire c’è: il tradimento è molto, molto comune. E tradisce anche chi pensa di non poter mai tradire.
Ecco che forse dovremmo guardare non più al tradimento come giusto o sbagliato, ma come una delle tante complessità dell’animo umano. Qualcosa da osservare, da indagare, da capire.
E che, con impegno e fatica, si può superare.
Se stai affrontando un tradimento e hai bisogno di aiuto, puoi verificare se è ancora possibile effettuare una call conoscitiva con me.
Altri articoli sul tradimento
Perdonare un tradimento: guida completa
Come si può perdonare dopo un tradimento? Quali sono le cose a cui fare attenzione? Quali sono i segnali che è possibile andare avanti?
Ho perdonato un tradimento ma non riesco a dimenticare: 3 esercizi per andare avanti
Se hai perdonato un tradimento e non riesci ad andare avanti, prova questi 3 esercizi che ti aiuteranno a ricostruire la tua coppia.
Tradire anche se si ama: 7 cose da sapere
Tradire anche se si ama sembra impossibile. Eppure più comune di quanto credi: scopri le esperienze di uno psicologo del tradimento.
Continua a leggere Tradire anche se si ama: 7 cose da sapere
Perché si tradisce e non si lascia?
Perché si tradisce e non si lascia? Perché non ci si pente dopo un tradimento? Le motivazioni più comuni per cui succede.
Come scegliere tra moglie (o marito) e amante: la guida definitiva
Indeciso tra amante e coniuge? Scopri le cause della confusione, le implicazioni emotive e riflessioni utili per affrontare dubbi e paure legati alla scelta.
Continua a leggere Come scegliere tra moglie (o marito) e amante: la guida definitiva
Coppia di amanti entrambi sposati: quanto può durare una storia clandestina?
Perché le relazioni tra amanti entrambi sposati sono così comuniRomanticismo senza responsabilitàQuali sono i vantaggi di una relazione extraconiugale tra persone sposate?Quanto può durare una storia…
Continua a leggere Coppia di amanti entrambi sposati: quanto può durare una storia clandestina?
Grazie Maurizio, condivido in pieno la tua analisi. Aggiungo una mia riflessione, che mi fa considerare il tradimento un atto sbagliato, non perché contrario a morale e convenzioni, le quali sono spesso soggettive e sempre mutevoli nello spazio e nel tempo, ma per gli effetti che ha sulla persona tradita. Quali che ne siano le motivazioni, esso ha effetti profondamente lesivi per chi lo subisce, e per ciò stesso è un atto sbagliato. Esiste, secondo me, una linea di confine che, pur nella mutevolezza delle circostanze, distingue un atto giusto da uno sbagliato, e un atto che nuoce ad altri è sempre sbagliato. Ma forse quello che manca nel comune sentire riguardo al tradimento, è proprio la consapevolezza di quanto esso sia distruttivo per una persona.
Buongiorno Barbara! Grazie per la tua riflessione. Certo, probabilmente se ci fosse una maggior percezione della sofferenza che il tradimento genera nel partner, i tradimenti sarebbero molti meno. È anche vero che un tradimento si basa sul nascondimento, e spesso pensiamo che sia sufficiente stare attenti per non farci scoprire. Raramente è questo il caso…