Il senso di colpa è un sentimento comune, che prima o poi tutti provano. Può riguardare delle specifiche azioni, oppure dei pensieri che restano solo tali. Il modo in cui lo si affronta può portare a conseguenze non sempre piacevoli. Soprattutto quando ci sono altre persone coinvolte, come nelle relazioni di coppia.
Il senso di colpa può nascere da meccanismi complessi che, in alcuni casi, possono trasformarsi in veri e propri disturbi ossessivi. Pensieri costanti, impossibili da scacciare, che spesso portano a decisioni avventate, di cui ci si pente. Le più comuni? Decidere di lasciare il partner o iniziare una relazione extraconiugale.
Cosa causa il senso di colpa
Se intendiamo il senso di colpa come il disagio che c’è nell’infrangere una regola morale, dobbiamo sottintendere che per sentirci in colpa, stiamo infrangendo una qualche nostra regola. In altre parole:
La sensazione di non rispondere al proprio codice morale, genera il senso di colpa.
La morale è, in qualche modo, una cugina stretta dei valori. Talvolta però, la vita ci pone davanti a situazioni in cui ci troviamo a non rispettare i nostri valori o la nostra morale.
Ad esempio, credere nel valore della famiglia e aderire a questa idea, e poi avvertire un senso di colpa perché si pensa di non amare più come prima il partner.
Invaghirsi di un’altra persona e sentirsi in colpa perché si sente di star tradendo il partner.
Sentirsi in colpa per un tradimento, anche non consumato o vissuto solo nella propria fantasia.
Prendersi i propri spazi all’interno di una relazione o della famiglia, sentendo così di star venendo meno al proprio ruolo di partner o genitore.
In relazioni molto rodate, il senso di colpa può infatti subentrare anche quando si spezza la routine, quando si perseguono interessi che in qualche modo rompono lo schema dell’abitudinarietà.
Ci sono casi, di cui ho parlato, nei quali uno dei due magari è affetto da limerenza e mostri sintomi di ultra-attaccamento, causando sensi di colpa nell’altro, che pensa di non fare abbastanza o di non essere abbastanza “attaccato”.
D’altro canto, il senso di colpa piò nascere per motivi che non hanno alcuna attinenza con la realtà, ma che provocano effetti misurabili (e tragici) nella vita quotidiana. Pensieri irrazionali, immotivati, paure non meglio specificate che portano a sentirsi in colpa in via “quasi preventiva”.
Ad esempio: pensare di essere un peso o essere di troppo.
Di non fare abbastanza nella coppia e di non mostrare adeguatamente affetto e attaccamento.
Oppure essere travolti da un senso di inadeguatezza rispetto agli obiettivi della vita.
Interpretare in modo negativo l’atteggiamento del partner e assumersene la responsabilità, anche se nella pratica non abbiamo fatto nulla.
Manipolazione e senso di colpa
Il senso di colpa può nascere spontaneamente, ma può anche essere indotto. È una delle armi di manipolazione più efficaci, perché fanno agire la persona manipolata in modo che l’agito sembri di sua spontanea volontà.
Si può far sentire in colpa una persona perché non mostra lo stesso livello di affetto o di attenzioni. O si può continuare a farla sentire in colpa dopo un tradimento che era stato superato, utilizzandolo come una leva per ottenere tutto ciò che si vuole. O accusarla di non fare abbastanza per la relazione, spingendo il partner a diventare la persona che non è.
Attenzione quindi a riconoscere questo fenomeno.
Gli effetti sgradevoli del sentirsi in colpa
La cosa subito evidente, è che il senso di colpa genera ansia… e l’ansia è un moltiplicatore di stati d’animo negativi.
Ansia e rimorso, insieme, creano una seria di effetti: smettere di dormire bene, sentire un senso di angoscia, provare una sensazione di costante allarme, tristezza e sbalzi d’umore.
Lo stress che ne deriva, comporta un generale nervosismo che spesso si traduce nell’avere sintomi fisici: irrigidimento muscolare, fame d’aria (la sensazione che, respirando, l’aria non sia mai abbastanza), strette allo stomaco e così via.
Da un punto di vista psicologico, si può iniziare a sentirsi sopraffatti e trovarsi a rimuginare in continuazione.
Il senso di colpa porta a esagerare gli effetti delle proprie azioni. L’autostima cala e così anche la capacità di concentrarsi su sé stessi in favore della soddisfazione dei bisogni altrui. Una sorta di “compensazione” per la propria percepita manchevolezza.
Il senso di colpa del partner
Riconoscere il senso di colpa nel partner non è semplice, perché chi ne soffre cerca di evitare il confronto. Spesso si nasconde, si chiude in se stesso o usa il sarcasmo come sistema di autodifesa. A volte, la strategia prescelta è un atteggiamento passivo-aggressivo, per cui gira intorno al problema senza mai affrontarlo.
Preferisce, in altre parole, ignorare il problema e rispondere con il silenzio alle domande.
Come reagire al senso di colpa nella coppia
Il senso di colpa nella coppia può portare a effetti distruttivi.
Il senso di colpa, come detto, può nascere dal fatto che si possiede un sistema di valori molto rigido. Questo causa tutta una serie di effetti:
- ritenere di non poter sbagliare
- attribuirsi la responsabilità di ogni evento negativo all’interno della relazione
- avere aspettative altissime e spesso impossibili da rispettare verso sé stessi
- essere poco indulgenti nei propri confronti.
È chiaro che l’esito di tutto questo, non può che essere una costante sensazione negativa, di squalifica e umiliazione perché “non si è mai abbastanza”.
La trappola del senso di colpa
Come succede spesso, quando viviamo emozioni disfunzionali, queste ci si ritorcono contro.
Un esempio classico che mi trovo ad affrontare nella mia pratica clinica, è quello di un partner che si invaghisce di una terza persona. Un evento comune che non costituirebbe un problema se si vivesse in modo sano. Ad esempio, accettando il fatto che è impossibile controllare le emozioni, e continuando a vivere la propria relazione con serenità e scegliendo di mettere da parte “l’altro”.
Chi ha una morale molto rigida, al contrario, potrebbe sentire di star tradendo il partner. Oppure che quest’invaghirsi sia un sintomo di non amare abbastanza l’attuale compagno o compagna. Questo genera ansia, malessere, ossessioni che, invece di proteggere il partner, lo condanna. Perché è proprio il senso di colpa nei suoi confronti che ci spinge ad allontanarlo.
Di fatto, essendo “ipermorali”, a volte si creano più danni che essendo “amorali”!
Psicologo per il senso di colpa
Quando si vive un forte senso di colpa, magari a causa di una delle situazioni descritte in quest’articolo, sarebbe opportuno intervenire al più presto. Uno psicologo può aiutarti.
Ho letto con attenzione il Suo scritto, a tal punto, che ne ho ritrovato aspetti nella mia vicenda amorosa personale.
2 righe..
La mia attuale compagna lascia il marito per un’altro uomo, dopo alcuni mesi lascia anche “l’amante”.
Successivamente incontra me, io mi innamoro a prima vista, è potente dentro di me, è chimico e lo è ancora dopo 10 anni.
Noto si dà subito che lei è distruttiva nei miei confronti, non ha parole dolci, è frenata, non racconta mai del suo passato, tende a colpevolizzarmi, quando siamo con la sua famiglia mi punzecchia sempre, come se tramite me volesse dimostrare qualcosa alla sua famiglia. Ecc ecc.
Cercare un dialogo per capire non se ne parla proprio, si aggrappa sui vetri e l’accusa è la sua arma e la usa come se non ci fosse un domani.
Io, sempre all’inizio della storia, capisco che c’è un disagio, la rispetto senza Capirne i reali motivi (qualsivoglia siano), mi piacerebbe capire ma non sbilancia mai, non si apre mai, è come se questo disagio fosse un segreto da custodire ad ogni costo.
Dopo 2 anni nasce nostra figlia, sono felice e andiamo avanti.
A 10 anni di distanza il problema ora è il mio, non tollero più questa “assenza di ruolo” (mi passi il termine), siamo entrati in un loop di cose non chiarite, non dette, voglia di progetti che si fa fatica a condividere, morali distanti che non ci uniscono, ecc ecc.
Io ho sempre saputo, dentro di me, che poteva andare diversamente ma.. È andata così.
Ho fatto fatica a capire che si trattasse del suo senso di colpa e non sono riuscito a razzionalizzarlo, al contrario ho sempre pensato di essere fuori luogo.
In 10 anni “avrò capito”!!! cosa provava per me, e c’era molto… Comunque, nei 10 anni, hanno vinto le sue parole non dette e si… Si, mi sono sentito sempre più “Fuori luogo..”
È stata come una bilancia, da una parte si è aggiunto un peso e dall’altra ha perso peso la mia autostima.
Grazie per il Suo articolo, ho meglio compreso alcune dinamiche che hanno caratterizzato la mia realizzazione.
Buona giornata
Edoardo P