“Dottore, non so che fare: devo scegliere se stare con mia moglie o con la mia amante!”; “…vorrei lasciare mio marito per stare con il mio amante, ma se poi va male?”; “Come faccio coi figli? Mi odierebbero!”; “…e se prendo una decisione e non è quella giusta? Se me ne pento?“. Queste sono alcune delle frasi che, come psicologo che si occupa di tradimenti, sento spesso.
So bene che quando ci si trova intrappolati tra la sicurezza e l’amore (o l’affetto, o il desiderio di protezione) per il partner ufficiale e l’intensa passione per un amante, i dubbi e le incertezze possono diventare insopportabili. Essere travolti da emozioni fortissime, vivere una storia segreta che risveglia sensazioni che non si provavano da anni, può far sembrare che finalmente la persona giusta sia stata trovata.
Questo stato emotivo può creare una forte confusione, alimentando la speranza di poter essere più felici con l’amante piuttosto che con il proprio coniuge. Ecco: spesso, le mille domande che mi vengono fatte, nascondono un solo e unico dubbio: “Potrei essere più felice con quest’altra persona?“
In quest’articolo ti parlo di cosa alimenta la confusioni tra due persone, e degli esercizi che possono aiutarti a fare chiarezza se sei confuso tra coniuge e amante.
Sai che ho scritto un libro intitolato "Psicologia del Tradimento"? Puoi scaricare gratis le prime 60 pagine.
Confusione tra amante e marito/moglie
Uno dei principali motivi per cui una persona può iniziare una relazione extraconiugale è il desiderio di essere di nuovo “felice”. Con le virgolette, perché spesso questa felicità non sappiamo definirla. Dopo anni di matrimonio, dove la routine e le responsabilità quotidiane hanno magari soffocato la passione e la connessione emotiva, l’incontro con un’altra persona può sembrare la risposta a tutti i propri problemi. L’amante rappresenta quella novità travolgente che sembra ridare colore alla vita, riportando a galla emozioni che si pensava fossero ormai perdute.
Si aspetta, un po’ come da adolescenti, quel messaggio che ci fa sorridere e ci riscalda il cuore. Siamo in uno stato che alcuni definirebbero di “limerenza“, cioè di ultrattaccamento. Insomma, la tipica prima fase dell’innamoramento, in cui non facciamo altro che vedere come perfetta questa nuova persona. La idealizziamo, e non riusciamo a pensare ad altro.
Questa nuova relazione può far sentire amati, desiderati, e finalmente compresi. Si potrebbe pensare che l’amante sia la vera anima gemella, qualcuno con cui si può essere sé stessi senza filtri, lontano dalle pressioni e dalle aspettative che spesso accompagnano una relazione di lungo corso come il matrimonio.
Questo, naturalmente, crea una grossa confusione nel decidere tra amante e marito (o moglie).
Cosa pensa una persona del proprio amante
In questo scenario, è comune che la mente inizi a formulare una serie di pensieri e motivazioni che rafforzano l’idea di abbandonare il matrimonio per iniziare una nuova vita con l’amante. Ecco alcuni dei pensieri più comuni:
- “Non sono mai stato così felice come quando sono con lui/lei.”: L’amante porta un’ondata di felicità e leggerezza che sembra irraggiungibile all’interno del matrimonio.
- “Forse il mio matrimonio è stato un errore fin dall’inizio.”: La relazione extraconiugale può far sembrare che il matrimonio fosse fondato su basi sbagliate, mentre la nuova relazione appare come il vero amore.
- “Con lui/lei posso essere me stesso/a.”: L’amante offre uno spazio dove ci si sente liberi di esprimere la propria vera identità, senza giudizi o restrizioni.
- “Non posso continuare a vivere una vita così infelice.”: La relazione extraconiugale sembra l’unica via d’uscita da una situazione di insoddisfazione e stasi emotiva.
- “Ho trovato finalmente la persona giusta per me.”: L’amante viene percepito come il partner ideale, qualcuno con cui si potrebbe avere una vita più appagante e soddisfacente.
Questi pensieri possono diventare talmente potenti da spingere la persona che li sperimenta verso una decisione drastica, come quella di lasciare il proprio coniuge. Tuttavia, è importante fermarsi e riflettere a fondo prima di compiere un passo così significativo, perché la confusione e i dubbi possono essere alimentati da molteplici fattori psicologici ed emotivi.
Perché sono confuso tra moglie e amante?
La confusione che sorge quando si deve scegliere tra partner ufficiale e amante non è mai semplice da risolvere. Questa incertezza può essere influenzata da diversi fattori che rendono difficile prendere una decisione chiara. Tra i principali elementi che possono creare questa confusione, potrebbero esserci:
- Errore di attribuzione dell’arousal
- Dubbio ossessivo
- Paura del cambiamento
- Motivazioni economiche e sociali
- Presenza di figli.
Errore di attribuzione dell’arousal
Uno dei fattori che potrebbe contribuire alla confusione è l’errore di attribuzione dell’arousal, un fenomeno psicologico studiato in un famoso esperimento condotto da Donald Dutton e Arthur Aron nel 1974. In questo esperimento, i ricercatori hanno scoperto che le persone tendono a confondere l’eccitazione fisiologica causata da una situazione stressante con l’attrazione romantica. In altre parole, quando ci si trova in una situazione di grande eccitazione o tensione, come quella di una relazione extraconiugale, si può erroneamente attribuire questa sensazione intensa all’amore per l’altra persona, piuttosto che al contesto in cui ci si trova.
Ad esempio, se una persona vive un momento di crisi coniugale e, nel contempo, sviluppa una relazione extraconiugale piena di passione e avventura, è facile attribuire l’intensità delle emozioni al nuovo partner. Tuttavia, ciò che si sta vivendo potrebbe essere solo una reazione alla novità e alla situazione proibita, piuttosto che un segno di vero amore.
Il dubbio ossessivo: l’incertezza paralizzante
Un altro elemento che può alimentare la confusione è il dubbio ossessivo (su cui ho scritto anche un libro, intitolato “Dubbio Patologico: il disturbo ossessivo compulsivo del pensiero“). Questo tipo di dubbio si manifesta come un pensiero intrusivo e ricorrente che mette in discussione le proprie scelte e sentimenti, causando una forte ansia e paralisi decisionale.
Molti dei miei pazienti testimoniano di avere dubbi ossessivi. Ad esempio, alcuni vivono con il terrore di non amare davvero il partner. Questo tipo di pensieri può portare a comportamenti di controllo, come cercare rassicurazioni costanti da amici o familiari, o tentare di scacciare il pensiero invadente. Questi comportamenti offrono un sollievo temporaneo, ma alla fine il pensiero ossessivo ritorna, più forte di prima.
Il meccanismo alla base del dubbio ossessivo è circolare: si vive un pensiero ossessivo, si agisce cercando di controllarlo e, così facendo, si fortifica il pensiero stesso, che tornerà a presentarsi richiedendo ulteriori tentativi di controllo. Questo circolo vizioso può diventare estremamente debilitante, portando la persona a sentirsi intrappolata in una spirale di incertezza senza fine.
Il dubbio ossessivo può riguardare diversi aspetti della vita quotidiana, non solo le relazioni romantiche. Ad esempio, può manifestarsi come una paura ossessiva di contaminazione, come nel caso dell’ossessione per l’igiene personale, o come una ruminazione continua su decisioni passate o rimuginìo sul futuro. In ogni caso, la caratteristica comune è la ricerca incessante di una certezza che, paradossalmente, non può mai essere raggiunta.
Prendiamo, ad esempio, la metafora dell’asino di Buridano, un racconto che illustra perfettamente il pericolo del dubbio ossessivo. L’asino, posto tra due mucchi di biada identici, non riesce a decidere quale mangiare, e finisce per morire di fame a causa della sua indecisione. Allo stesso modo, una persona affetta da dubbio ossessivo può rimanere paralizzata, incapace di prendere una decisione per paura di fare la scelta sbagliata, e finire per soffrire enormemente a causa della sua stessa indecisione. Finendo comunque per scegliere inconsapevolmente, perché ricordiamo: non scegliere, è una scelta.
La paura del cambiamento
Oltre all’errore di attribuzione dell’arousal e al dubbio ossessivo, un altro fattore che contribuisce alla confusione è la paura del cambiamento. Lasciare il proprio coniuge per iniziare una nuova vita con l’amante rappresenta un salto nel vuoto, che in inglese chiamerebbero “leap of faith” che richiede il coraggio di affrontare l’ignoto. La stabilità offerta dal matrimonio, anche se insoddisfacente, può sembrare più sicura rispetto all’incertezza di una nuova relazione.
La paura del cambiamento è naturale: abbandonare ciò che si conosce per qualcosa di completamente nuovo può essere spaventoso. Ci si chiede se si sta facendo la scelta giusta, se si sarà in grado di affrontare le difficoltà che potrebbero sorgere, e se si sarà davvero più felici con l’amante. Questa paura può essere così paralizzante da impedire di prendere una decisione, lasciando la persona bloccata in una situazione di incertezza e sofferenza.
Restare sposati per motivazioni economiche, religiose e sociali
Le considerazioni economiche, sociali e religiose sono un altro fattore che può generare confusione. Un divorzio comporta non solo la separazione emotiva, ma anche una divisione dei beni, potenziali difficoltà finanziarie e un cambiamento radicale dello status sociale, oltre che un’infrazione del sacramento del matrimonio. Chi è abituato a uno stile di vita sicuro e confortevole, o teme il giudizio e la “gente che parla” (o di Dio, o di entrambi), si può chiaramente sentire messo all’angolo, quando si tratta di scegliere tra coniuge e amante.
Per quanto riguarda le motivazioni religiose, possono costituire un grosso ostacolo al riuscire a lasciare il matrimonio. Le credenze religiose possono esercitare una forte pressione su chi sta valutando il divorzio, poiché molte fedi considerano il matrimonio un sacramento indissolubile. Ecco che arrivano i sensi di colpa, la paura del peccato, le immagini spaventose del bruciare all’inferno per l’eternità. Rendendo ancora più difficile prendere una decisione. Non solo: il supporto della comunità religiosa potrebbe diminuire, isolando ulteriormente l’individuo nel momento del bisogno. Ed ecco che la crisi si apre non solo in termini personali, ma anche sociali.
È infatti comune il desiderio di non generare allontanamenti dalle famiglie d’origine o dal circolo di amicizie. Aggiungendo il fatto che, in molti contesti, il tradimento diventa un motivo di vergogna e mortificazione sociale, ci si ritrova davanti a un ostacolo che sembra insormontabile. Ci si finisce a chiedere: “Vale davvero la pena perdere i miei amici, la relazione con la mia famiglia, svergognarmi davanti al paese, per stare con la persona che amo?“. E subito dopo: “…e quindi, sto davvero con mio marito/mia moglie perché voglio stare con lui o perché non voglio subire le conseguenze di lasciarlo?“. E ancora: “Se non sono disposto/a a subire le conseguenze dell’uscita dal matrimonio, amo davvero il mio amante?“.
Inoltre, l’aspetto economico può rendere la decisione ancora più difficile. Ad esempio, una persona potrebbe temere di non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita dopo il divorzio, o potrebbe essere preoccupata per le implicazioni legali e finanziarie della separazione. Queste preoccupazioni pratiche (ma assolutamente importanti) possono far sembrare la scelta di rimanere nel matrimonio più logica, anche se emotivamente insoddisfacente.
Il problema dei figli
La presenza dei figli è forse uno dei fattori più complessi e delicati da considerare. La paura di ferire i figli o di destabilizzare la loro vita può portare a un’enorme confusione. Molti genitori restano insieme con l’idea di fare il bene dei figli, anche se la loro relazione è ormai priva di amore e passione. Tuttavia, questa scelta può comportare sacrifici personali significativi e portare a una vita di infelicità e risentimento. Che, diciamoci la verità, non è un terreno fertile per crescere figli felici.
Ci si chiede spesso se sia giusto sacrificare la propria felicità per garantire la stabilità dei figli, o se invece sia meglio mostrare loro l’importanza di vivere una vita autentica e soddisfacente, anche a costo di affrontare un divorzio. C’è poi il timore che il nuovo partner non sia ben accettato dai figli, o che soffrano per la separazione dai genitori, o ancora che ci giudichino per aver trovato una nuova relazione. Quest’argomento è molto ampio, per questo lo tratto nel dettaglio nell’articolo: I Figli Perdonano un Tradimento?
Posso davvero creare una relazione nuova con il mio amante?
Un’altra domanda fondamentale che molte persone si pongono è se sia davvero possibile costruire una relazione duratura e felice con l’amante. La relazione extraconiugale spesso si sviluppa in un contesto di eccitazione e segretezza, dove le responsabilità quotidiane e i problemi reali della vita comune non sono presenti. Questo può far sembrare l’amante come la persona perfetta, ma è importante chiedersi se questa percezione reggerà alla prova della realtà.
È importante considerare che il salto verso una nuova relazione non ti assicura la felicità. Le relazioni richiedono impegno, compromesso e una base solida di rispetto e comprensione reciproca. Se questi elementi non sono presenti, la nuova relazione potrebbe non essere sostenibile nel lungo termine.
In altre parole: certo che puoi, ma potresti farti male… oppure, essere così felice da renderti conto che avresti dovuto farlo molti anni prima! È impossibile saperlo a priori, ma è utile riflettere su dati di realtà.
Alcune domande su cui puoi riflettere se pensi di lasciare il coniuge per l’amante
Un esercizio utile a stimolare delle riflessioni se ti stai chiedendo se lasciare il partner ufficiale per l’amante, è rispondere a delle domande per iscritto. Potresti essere tentato di rispondere “in mente”, ma ti assicuro che gli effetti sono molto diversi. Per cui, il mio invito è di impiegare almeno 10 minuti per rispondere a ognuna di queste domande (o a quelle che ritieni potranno esserti più utili).
- Mi fido di questa persona?
- Il nostro contesto, ci permetterebbe di avere una relazione felice?
- Verrò accettato/a dai suoi figli, o ci sarebbero degli ostacoli che potrebbero ostacolare la nostra relazione? I miei come reagirebbero? Sarei in grado di superare
- Sono disposto/a ad accettare le conseguenze economiche, sociali, religiose del lasciare il coniuge per l’amante?
- Catapultati nel futuro, tra 5, 15 e 20 anni. Come immagini sarà la tua vita con questa persona? Quali saranno gli aspetti belli, e quali le difficoltà?
Posso ritornare ad essere felice nel mio matrimonio?
D’altra parte, molte persone si chiedono se sia possibile ritrovare la felicità all’interno del proprio matrimonio. Se la tua relazione è stata segnata da anni di disconnessione emotiva, routine e mancanza di passione, potresti pensare che il matrimonio sia irrimediabilmente compromesso. Tuttavia, ti assicuro che ho visto delle relazioni veramente incasinate, riuscire a risollevarsi (e anzi, diventare più forti) anche dopo diversi tradimenti.
Ho lavorato con coppie che, nonostante le difficoltà, sono riuscite a ritrovare una connessione profonda e a riscoprire l’amore che li aveva uniti all’inizio. Questo processo richiede tempo, pazienza e, spesso, il supporto di un professionista, ma può portare a una relazione più forte e soddisfacente.
Se ti interessa approfondire quest’aspetto, ho realizzato un seminario gratuito: Un tradimento può salvare la tua coppia?
Alcune domande su cui puoi riflettere se ti chiedi se puoi ricostruire il tuo matrimonio
Un esercizio utile a stimolare delle riflessioni se ti stai chiedendo se lasciare il partner ufficiale per l’amante, è rispondere a delle domande per iscritto. Potresti essere tentato di rispondere “in mente”, ma ti assicuro che gli effetti sono molto diversi. Per cui, il mio invito è di impiegare almeno 10 minuti per rispondere a ognuna di queste domande (o a quelle che ritieni potranno esserti più utili).
- Quali sono i problemi concreti che mi impedirebbero di impegnarmi al 100% nel mio matrimonio?
- Sono pronto a essere sincero con il mio partner e ricostruire su una base di onestà?
- Cosa mi ha fatto innamorare del mio coniuge? Cosa mi ha fatto allontanare?
- Mi sono davvero impegnato al massimo per provare a ricostruire il mio matrimonio?
- Quali sono le mie responsabilità che hanno portato alla crisi?
- Catapultati nel futuro, tra 5, 15 e 20 anni. Come immagini sarà la tua vita con questa persona? Quali saranno gli aspetti belli, e quali le difficoltà?
Non riesco a prendere decisioni
A volte, l’incapacità di scegliere tra un partner e l’amante è una manifestazione di una paura – o un’incapacità – più generale nell’affrontare le decisioni. Dal “che mangio stasera?” al “dovrei avere figli?”, l’incapacità di decidere è una caratteristica comune e dura da affrontare. Ci troviamo quindi a oscillare continuamente tra le opzioni (che siano più o meno importanti) senza mai trovare una soluzione definitiva. La paura di sbagliare, di pentirsi, o di ferire le persone care può paralizzare, impedendo di prendere una decisione che porti a un cambiamento concreto. Questo può portare la persona a sentirsi bloccata in altri ambiti della vita, non solo in quello sentimentale.
Nella mia esperienza, combinare l’approccio Strategico con quello Solution Focused, è particolarmente utile per affrontare questa paralisi decisionale. Piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla scelta da fare, è importante esplorare come la persona può sviluppare la capacità di prendere decisioni con maggiore serenità e fiducia, riconoscendo che ogni scelta comporta inevitabilmente dei compromessi, delle rinunce e soprattutto una profonda incertezza.
La “fuga dall’incertezza” (almeno nella mia esperienza), è uno dei motivi fondamentali che ci blocca nel dubbio. Cerchiamo spasmodicamente di fare la scelta giusta, identificando la scelta giusta con gli effetti giusti. Un po’ come dire: se l’effetto della mia scelta avrà esito positivo, allora sarà stata giusta, altrimenti no. Il problema è che la vita non è un’equazione matematica. È impossibile conoscere a priori gli effetti di una decisione, e su questo spesso si concentra il mio lavoro: accettare l’incertezza e riuscire a celebrarla.
Non esistono scelte giuste o sbagliate
Scegliere tra moglie/marito e amante è una decisione profondamente personale e complessa, che richiede una riflessione attenta e onesta. Non esistono scelte giuste o sbagliate in senso assoluto, ma solo decisioni che possono portare a risultati diversi. È importante accettare che il futuro è incerto e che, qualunque sia la scelta fatta, ci saranno sfide e opportunità da affrontare.
Come diceva il filosofo Søren Kierkegaard, “la vita può essere compresa solo all’indietro, ma deve essere vissuta in avanti“. Ecco, è proprio così: a un certo punto dovremo scegliere, ricordandoci che anche il non scegliere, è di per sé una scelta.
Così come è una scelta l’amore, che in molti associano solo al sentimento, mentre è importante ricordarne il fondamentale fattore “impegno“. Per cui, scegliere di impegnarsi nel matrimonio e di fare del proprio meglio per renderlo soddisfacente può portare a una rinnovata felicità.
In questa situazione, la banale citazione “Non fare scelte giuste, ma rendi giuste le tue scelte” assume un significato profondo. Non si tratta di trovare la decisione giusta a tutti i costi (che tanto, non saprai mai se è giusta), ma di fare una scelta con convinzione e di impegnarsi a renderla giusta attraverso le proprie azioni e il proprio impegno.
Con il supporto giusto e una mentalità aperta, è possibile trovare la felicità, indipendentemente dalla strada che si sceglie di percorrere.
Se hai bisogno d’aiuto in questo percorso o per ricostruire il tuo matrimonio, puoi prenotare una call gratuita con me e valuteremo insieme il tuo caso.